di Mirea Cartabbia
“Stupido, vile e represso
è Erdogan, il presidente
Lui e le sue cose puzzano di döner,
la scorreggia di un maiale ha un profumo migliore.”
Queste sono solo le prime quattro righe della poesia dal titolo Schmähnkritik, termine che si potrebbe tradurre con “diffamazione”, per la quale il comico dovrà affrontare un procedimento penale.
Il 31 marzo, il conduttore, durante uno sketch del suo programma Neo Magazine Royal, ha immaginato di dialogare con Erdogan, presidente della Turchia, e di spiegargli la differenza tra insulti diffamatori e critiche.
Dopo aver precisato che la diffamazione è un reato anche in Germania ha iniziato a leggere la sua poesia, accompagnato da un sottofondo musicale orientale e con una bandiera turca alle spalle. Nel corso della performance Erdogan è stato descritto, tra le altre cose, come omosessuale, perverso, schifoso e zoofilo, oltre che poco tollerante con curdi, cristiani e altre minoranze. Tra i versi più audaci sicuramente c’è anche quello in cui lo si accusa di guardare filmati pedopornografici.
La clip non è passata inosservata ad Ankara, che ha presentato un’esposto al governo tedesco l’11 aprile, chiedendo di aprire un procedimento penale per diffamazione di un capo di stato straniero. In effetti questo reato esiste nel codice penale tedesco ed è punito con una multa o fino a tre anni di reclusione.
Per poter procedere nei confronti di Böhmermann, però, era necessaria un’autorizzazione da parte del governo tedesco. Dopo un lungo dibattito-scontro in parlamento, il governo ha concesso l’autorizzazione a procedere contro il comico e il voto decisivo è stato quello di Angela Merkel.
Nonostante la Cancelliera si sia messa al lavoro, subito dopo la votazione, per l’abolizione del reato dal codice, il ministro degli esteri, Frank-Walter Steinmeier, si è detto estremamente amareggiato. “La libertà di stampa, di espressione e artistica sono tra i valori più alti che devono essere protetti dalla nostra costituzione.”
Alla luce degli eventi, Jan Böhmermann e il suo team hanno deciso di prendersi una pausa, annunciata dallo stesso comico in un post dal tono allo stesso tempo amaro ed ironico sul suo profilo Facebook. Nella conclusione scrive che lascerà il paese per un po’ con l’intenzione di visitare la Corea del Nord, per chiarirsi le idee “sul tema della libertà artistica e di stampa”. Anche ZDF ha confermato il congedo di Böhmermann fino al 12 maggio.
In Germania le reazione al procedimento contro Böhmermann non sono state univoche. Sono piovute moltissime critiche da chi ritiene che la poesia fosse “esagerata” o volgare. Ma ci sono state anche moltissime azioni di solidarietà da parte di colleghi e fan.
Tra le iniziative più interessanti c’è quella dello Spectator, che offre mille sterline in premio a chi scriverà la miglior poesia contro Erdogan. “Lo scopo del concorso è quello di essere il più triviale e offensivo possibile nei confronti di Recep Erdogan”, dice il regolamento.
Indipendentemente da come si concluderà il processo nei confronti di Böhmermann, il dibattito, oltre che aprire una discussione sulla libertà di espressione e di satira in Germania, ci pone anche di fronte alla spinosa questione se l’Europa sia o non sia troppo tollerante nei confronti della Turchia.
A giocare con i potenti, a volte ci si può bruciare.
NEO MAGAZIN ROYALE mit Jan Böhmermann 31.3.2016 – Schmähkritik (Gedicht an Recep Tayyip Erdoğan) from Jan Franz on Vimeo.
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