Alloggi per rifugiati tra investimenti e umanitarismo
Francoforte – I rifugiati accolti presso gli edifici della AGB-Franfurt nel quartiere Gallus, precisamente nella Cordierstraße, sono poco propensi a lasciare le loro attuali abitazioni. Il piano messo a punto dal governo cittadino, prevede infatti il trasferimento dei 223 rifugiati (tra i quali 108 bambini) presso un campo di accoglienza, messo a punto presso il vecchio aeroporto di Bonames.
I rifugiati temono che il trasferimento possa limitare il processo d’integrazione e ghettizzarli dal resto della comunità cittadina. Dal canto loro i vertici della AGB manifestano una certa irritazione per i ritardi nel piano di trasferimento. Da quanto si apprende dalle colonne del Frankfurter Rundschau, la AGB avrebbe già ritardato i propri lavori, che prevedono l’abbattimento degli immobili, per permettere alla città di provvedere con calma ad una dignitosa forma di abitazione per i rifugiati. La Diakonische Werk, l’ente che si occuperà della gestione delle strutture presso il vecchio aeroporto, assicura il massimo impegno per mantenere l’attuale standard di integrazione dei rifugiati.
Al fine di poter comprendere meglio la situazione e il significato politico e sociale della vicenda è bene comprendere cos’è Bonames e cos’è il vecchio (e molto piccolo) aeroporto in questione. Bonames è una piccola comunità distante circa 5 km da Francoforte con circa 6400 abitanti, famosa probabilmente più che altro per lo store Ikea, che si trova sulle rive del Nidda. Il vecchio Aeroporto è una struttura ricreativa, culturale e scientifica. Per quanto possa sembrare strano, questo vecchio aeroporto assomiglia più ad un oasi naturale, dove si studia e si osserva la fauna e la flora che vive nell’habitat del Nidda. Molte scuole francofortesi organizzano escursioni e corsi di educazione alla natura proprio qui come anche nei fine settimana, le associazioni ambientaliste offrono diverse attività per adulti e famiglie.
Torniamo al Gallus, quartiere in trasformazione, multiculturale, centrale ma anche al “centro” delle politiche di gentrificazione. Non a caso la AGB, con un lapsus tutt’altro innocente, accenna al fatto che ci sarebbero imprenditori pronti ad investire nell’eventuale ricostruzione degli immobili, nei quali attualmente risiedono i rifigiati. Tra l’altro, sempre stando a quanto si legge nel Frankfurter Rundschau, la AGB cavalcando il più becero populismo afferma senza mezzi termini che i rifugiati impedirebbero la costruzione di abitazioni per la classe media. Insomma, dopo decine di progetti per abitazioni lussuose, il “caso” ha valuto che abitazioni per la classe media fossero in programma proprio dove attualmente risiedono i rifugiati. Tra l’altro, a giudicare dagli attuali investimenti, verrebbe da chiedersi se insomma questa classe media non sia più media della media.
A questo punto possiamo tirare le fila. Da un lato abbiamo una cittadinanza che deve sacrificare l’ennesima struttura pubblica, una piccola comunità che subirà un importante incremento demografico e circa 300 rifugiati che saranno nuovamente strappati da un contesto urbano. Dall’altro l’ormai classica assicurazione per gli investitori. Bisogna sempre tener presente che la AGB per quanto sia una Holding, è pur sempre una municipale, ossia proprietà del comune della città di Francoforte. Vien da chiedersi se non sia il caso di rivedere le priorità.
Ruggiero Gorgoglione
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