Unconventional Berlin diary: il comico della Bvg e la primavera a Berlino
E poi, una gelida domenica di marzo, l’inaspettato.
Alla guida del 240, direzione Storkower Str., un autista della Bvg è stato posseduto dal demone della stand-up comedy (nel suo caso, in realtà, decisamente sit-down) e ha cominciato a intrattenere i passeggeri in modo surreale.
Normalmente il mio rapporto con gli autisti dell’autobus, qui a Berlino, si riduce a un’emissione di grugniti baritonali da parte loro e a una rapida esibizione dell’abbonamento da parte mia. In realtà, vista l’indifferenza con cui mi controllano, potrei mostrare la lista della spesa e mi farebbero passare lo stesso, ma sono una personcina rigorosa. Ad ogni modo non ricordo di averne mai sentito parlare uno. Per questa ragione ho faticato a credere alle mie orecchie, quando ho visto il bizzarro signore al volante del 240 intrattenere i passeggeri con battute a caso.
“Prossima fermata, Hamburg-Altona, prossima fermata Hamburg-Altona” è stato l’incipit, che ha prodotto un’immediata crisi di ilarità tra i passeggeri.
Incoraggiato dal successo ottenuto, l’autista ha continuato con “Prossima fermata, stazione di polizia. Se avete subito un tentativo di furto, potete venire qui. Se vi hanno rubato la borsa non ci andate, è inutile. Senza la carta di identità non saprebbero comunque identificarvi”. Nuovo scroscio di risate teutoniche, perplessità su quattro o cinque volti sud-europei.
A quel punto il gran finale, sempre sul filone della sicurezza urbana: “Guardate il lato destro del parabrezza. Lo vedete? È incrinato. A romperlo con una bottigliata è stato un ubriaco molesto. Cose che possono succedere. E anche in questo caso la polizia può funzionare…”. Ovazione. Sipario.
Quando sono scesa, a Ostbahnhof, ho avuto la certezza di aver assistito a qualcosa di unico.
Da pochissimo è stato il mio compleanno e molte cose stanno accelerando in modo che oserei quasi definire congiunturale. Il mio ex padrone di casa ci ha restituito il deposito che aspettavamo da tempo, finalmente posso comprare un nuovo pc e la drum-machine lavora sui brani della mia band con l’aiuto di un simpatico irlandese che mi ha detto che sembro decisamente una Friedrichshainer, qualunque cosa voglia dire.
Da poco è stato il Puppengeburstag, il compleanno delle bambole, festeggiato da molti bambini tedeschi in un trionfo di poesia definitiva e disarmante. Belle novità riempiono la mia vita di un’aria nuova e decisamente fresca. La primavera è arrivata e non importa quanto si sia vecchi, disillusi o tristi: il sole, il verso delle anatre sulla Sprea e la luce delle giornate più limpide sembrano fatti apposta per far sembrare bella la vita.
A Mehringdamm, qualche sera fa, ho visto un uomo elegantissimo. Aveva un papillon, una bellissima giacca azzurra e dei tubicini nel naso.
“Non mi arrendo, neanche sulle sfumature”, diceva senza parlare.
“Neanche io”, gli ho risposto senza rispondere.
♠ Colonna sonora: “Superstar”–Sonic Youth♠
Lucia Conti
Lucia Conti ha collaborato con diverse webzines, curando rubriche di arte, cinema, musica, letteratura e interviste.
Per “Il Mitte” ha già intervistato, tra gli altri, due sopravvissuti ad Auschwitz-Birkenau e Buchenwald e ha curato un approfondimento sull’era della DDR, raccogliendo testimonianze di scrittori, giornalisti, operatori radiofonici e musicisti.
Ama visitare mostre e chiese in tutta Europa, con una particolare predilezione per Bruegel, Van Gogh e Caravaggio e per l’architettura gotica. Tra i registi apprezza in modo particolare Bergman, Wiene, Kitano, Fellini e Lars von Trier e adora l’ultimo Polanski. Per quanto riguarda la letteratura ha una vera ossessione per Kafka e in particolare per “La metamorfosi”, che ama rileggere a cadenza regolare e che produce su di lei uno stranissimo effetto calmante. Privatamente scrive cose che poi distrugge.