I Verdena in concerto a Berlino. Dentro il baratro

verdena
© Verdena Official

di Mattia Grigolo

I Verdena rappresentano un baratro.

Mi spiego meglio e per farlo torno indietro di molti anni: Rivedo la mia camera, che divido con mio fratello, in provincia. Le pareti e gli armadi sono rivestiti di poster, come molti altri miei coetanei adolescenti vivo di stereotipi e di miti in cui vorrei immedesimarmi e di cui vorrei rubare l’energia. Io che fingo di essere Jim Morrison senza sapere che per esserlo ho bisogno di mostri da chiudermi nello stomaco. Io e mio fratello che buchiamo i nostri maglioni e in quei forellini di lana infiliamo bastoncini di cotone per pulirsi le orecchie. Azzurri. Rosa. Le spille da balia. Li lasciamo lì quando usciamo di casa, di nascosto, per andare a bere il vino in cartone e sognare di avere un palco sotto i piedi, un microfono in mano e chiamarci Kurt Cobain. La stupefacente metamorfosi dello stupefacente. Che diviene dottrina.
Tra quelle pareti domestiche, negli angoli senza maturità ci sono anche i Verdena. E sono il nostro baratro.

Quel buio indistinguibile in cui lasciarsi cadere, in cui sedersi ginocchia al petto e respirare l’odore marcio di una crescita lenta, verso l’età adulta e la consapevolezza di non essere gli unici. Il grunge che arriva anche da noi, che soppianta in qualche modo il rock all’italiana dei vecchi Ritmo Tribale, degli anticonformisti Afterhours. Loro che abbracciano i Marlene Kuntz, ma che lo fanno con violenza, forti pacche sulle spalle e qualche bestemmia. I Verdena e il caso major, il caso Mtv, in quella metà/fine anni novanta senza speranze concrete, in cui il cemento oscilla molto di più e tante cose muoiono e noi le rimettiamo in vita sotto forma di leggenda.  I Verdena che si prendono le nostre storie provinciali e ne fanno origami di parole. I  testi, ad opera di Alberto Ferrari uno dei due fratelli fondatori insieme a Luca, ai quali si unisce quasi immediatamente Roberta Sammarelli. I testi, che già dalla prima chiacchierata uscita hanno avuto un peso fondamentale su l’intera loro discografia. Parole su cui ci si affida molto – forse con innata semplicità e talento – che lacerano e allo stesso tempo diventano versi; sia in riferimento alla poesia, sillabe e accenti, che al suono e al rumore che ne fuoriesce nel momento in cui si accoppiano con la chitarra, con il basso e con la batteria. Ovunque sei ci sei.

Cover-Verdena

I Verdena sono cambiati, qualcuno se li è dimenticati, in molti se li sono presi e li hanno divorati. Altri, come me e mio fratello, li hanno tenuti lì, sepolti sotto i brufoli che sono usciti e poi sono scoppiati, una pelle che è mutata, che ha inseguito altre cento mode. Altre vite. Uscita e rientrata dallo stesso giro di chi diventa grande soltanto un attimo dopo esserlo già diventato.

Ciò che è rimasto è quel baratro, il senso di obliquità che conservano da sempre, dalle prove nel pollaio-studio di Albino nel quale la loro musica è nata, portandosi dietro un mito che non vogliono rivelare realmente. Sì, perché i Verdena non gradiscono le interviste, in cui sembrano sempre così impacciati e assolti da qualsiasi impellenza. Non esiste un peso nelle loro parole, non esiste una mistificazione. Le etichette. C’è solo un modo di vibrare leggero intorno ad un concetto che non vuole esistere. E non vuole insistere.

Così qualche giorno fa scrivo a mio fratello:

-I Verdena vengono a Berlino.-
-Quando?-
-A Maggio.-
-Te la ricordi ‘Dentro Sharon’?-
-Me ne ricordo tante.-

-Quanto eravamo piccoli.-
-Lo siamo sempre stati. È questo il bello.-

Eccolo, il baratro.
Se sarete al concerto cercatelo e se poi lo trovate buttatevici dentro.
Dentro il baratro.

I Verdena suoneranno al Bi Nuu, il 26 maggio 2016. Il concerto – organizzato da Megaherz Booking Agency di Ercole Gentile con la media partnership de Il Mitte – farà parte del tour europeo di presentazione dell’ultimo album della psych-rock band bergamasca “Endkadenz vol.2”

Le prevendite – consigliate – iniziano da oggi lunedì 1 febbraio e sono disponibili on-line su www.koka36.de e fisicamente presso il nuovo Wale Cafè di Hobrechtstrasse 24 a Neukölln.
Il prezzo del ticket è di 15 euro (compresi diritti di prevendita), mentre direttamente in cassa la sera del concerto il costo sarà di 18 euro.

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