di Mirea Cartabbia
“The European Union will be democratised. Or it will disintegrate!” sono queste le parole che aprono l’evento organizzato e moderato da Yanis Varoufakis, ex ministro delle finanze greche, al teatro Volksbühne (Rosa Luxembourg Platz), lo scorso martedì 9 febbraio.
L’ex ministro ha lanciato una nuova iniziativa paneuropea, il DiEM25 (Democracy in European Movement 2025), che è di difficile definizione. Nel manifesto, che si può leggere sul sito ufficiale qui, si parla del DiEM25 in termini di un progetto paneuropeo, che vuole ripensare l’Europa a livello politico e sociale. Insomma, Varoufakis vorrebbe porre la basi di un’Europa che non si limiti a essere una banca centrale, ma che torni a essere culla di civiltà e di idee.
L’iniziativa è aperta a chiunque riconosca che l’Europa in cui stiamo vivendo, non solo non funziona ma non è nemmeno democratica. Neoliberali, liberali, socialisti, comunisti o verdi tutti sono i benvenuti nel progetto del greco e dei suoi collaboratori.
Il primo obiettivo per riuscire a democratizzare il nostro continente è quello della trasparenza assoluta. La segretezza che copre come un velo le riunioni dell’Eurogruppo e del Consiglio Europeo deve finire. Il DiEM vuole che i cittadini europei possano essere a conoscenza di negoziati importanti, come il TTIP, e quindi possano esprimere il loro parere sulle questioni che potenzialmente influenzeranno la loro vita.
La presentazione alla Volksbühne ha avuto ben poco in comune con le noiose riunioni di partito tanto care alla tradizione della sinistra europea. Complice il fatto che Varoufakis più che un politico sembra una rockstar, anche solo per l’enorme successo di pubblico che riesce a riscuotere.
I biglietti disponibili in prevendita sono finiti pochi giorni dopo l’annuncio dell’evento a Gennaio, e la sera della presentazione, che iniziava alle 20.30, la fila per accaparrarsi i pochi posti liberi disponibili è iniziata già intorno alle 17.00.
Sul palco insieme all’ex ministro non sono mancati i nomi importanti, sia dei politici sia degli intellettuali e degli artisti che hanno aderito al movimento. Tra i politici ricordiamo ad esempio Katja Kipping (leader del partito Die Linke in Germania), Caroline Lucas (leader del partito dei Verdi in UK) e Miguel Crespo Urban (europarlamentare di Podemos in Spagna). Tra gli intellettuali e gli artisti erano presenti Srecko Horvat (cofondatore dell’iniziativa e filosofo) e Brian Eno (musicista e compositore britannico).
Tra i simpatizzanti che non sono potuti essere presenti all’evento ma che hanno voluto dare il loro supporto tramite video-messaggi, ricordiamo Slavoj Žižek (filosofo e psicanalista sloveno), Julian Assange (australiano, uno dei fondatori di Wikileaks) e James Kenneth Galbraith (economista americano).
Durante la conferenza si è parlato molto di idee. Gli aderenti al DiEM vogliono un’Europa unita, democratica, pluralista, verde, di cultura e sociale. Si sono criticate molto anche le istituzioni europee e i governi nazionali. Quello che è mancato, come qualcuno dal pubblico ha fatto notare, sono state le proposte concrete.
Come si può sanare questa Europa? Che cosa vuol dire ricostruire un’Europa che “parta dal basso” e che “torni al popolo”? Chi deciderà concretamente nel DiEM25? Porre il 2025 (per questo nel nome del progetto c’è il numero 25) come anno in cui si inizieranno ad implementare le soluzioni pensate non è un po’ troppo lontano per certi aspetti e un po’ troppo vicino per altri? E poi che cos’è esattamente questo DiEM25? Un partito? Un movimento? Una nuova scuola di pensiero? Un agglomerato di marxisti nostalgici?
Tutti questi interrogativi e molti altri sono rimasti senza risposta. Forse anche perché nemmeno i fondatori del DiEM25 hanno ben chiaro quale sarà il procedimento e, come hanno ribadito più volte, le proposte e le soluzioni si dovranno trovare insieme.
L’evento organizzato da Varoufakis ha suscitato diverse reazioni in Germania. E infatti alcuni dei giornali tedeschi non si sono risparmiarti nelle critiche. Ad esempio lo Spiegel titola uno dei suoi artitoli sull’evento: Varoufakis in der Berliner Volksbühne: 12 Euro für die Rettung Europas, ermäßigt 8, letteralmente “Varoufakis alla Volksbühne: per il salvataggio dell’Europa un biglietto costa 12€ intero e 8€ ridotto”.
E l’Italia? L’evento è passato quasi inosservato nel nostro paese, poca attenzione mediatica e nessuno dei nostri politici presente a Berlino. Tra gli intellettuali nostrani, qualcuno che ha aderito al DiEM25 c’è, tra cui il filosofo e scrittore Franco Bifo Berardi.
È difficile ed è troppo presto per dare un giudizio sul DiEM25. Forse si rivelerà essere solo un’altra spaccatura nella sinistra o forse si tradurrà in un niente di fatto. Oppure, nel migliore dei casi, riuscirà a rivitalizzare il dibattito politico europeo, portando una ventata di speranza e di idee nuove in un continente che sembra ormai essere sul bordo di un precipizio.
Qui sotto il video dell’intera serata alla Volksbühne. Buona visione!
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