Whatsapp? Un cartolina da Moabit
Plin plin plin, plin plin plinplinplinpli.
– Certo è fastidioso sto coso.
– Scusa, mamma.
– State sempre attaccati… Ma poi che vi dite?
– Ma niente, cazzeggiamo… è Whatsapp…
Plin plin plin, plin plin plinplinplinpli.
– Sì, scusa, ora tolgo la suoneria.
– Io comunque non vi capisco. Siete una generazione…
– Lo so. Ma quella sta a Barcellona, quella a Roma, una a Londra, una in Cina, io a Berlino… e prova a pensare se a me e te levassero Skype…
– Ah no! Quello no!
– Eh, “quello no” ti voglio chiamare. E se per caso non potessimo vederci come facciamo ora? Tu che da laggiù mi mostri quello che cucini per cena, io che da qui ti faccio vedere come ha iniziato a nevicare, piano.
Stamattina a Hauptbahnhof, saranno state le otto del mattino, era bellissimo. C’era una luce aliena, cruda e stellare. Con la neve intorno bluastra e tutti quei treni che già andavano e venivano, passando attraverso il grembo di acciaio…
– Tutti treni che già ti riportano via da me…
– Eh dai, mamma! Ora non facciamo i melodrammi…
Plin plin plin, plin plin plinplinplinpli.
– Ancora! Ma insomma che vi dite?
– Ma no, niente…
– Io non vi capisco…
– Aridanghete. Non è difficile: ci sentiamo lontani, tutto qua.
– Ma parlate di qualcosa almeno?
– Lo faremo. Con la stessa smania, mia e tua. Basta solo ritrovarsi per davvero.
– Mhhh…
– E poi vuoi sapere che succede? whatsapp? È che ci sono certi momenti che sembrano fermi e vuoti, come se non ci fosse dentro nulla. E forse, ecco, ci si sente allora come sopraffatti dai limiti che ci rinserrano e dalla paura, anche delle proprie scelte. In quei momenti nell’intimo c’è solo silenzio. E per timore di scoprirci vulnerabili e soli, come davanti alla prima ruga scoperta in uno specchio, per evitare di lasciarsi trascinare in una spirale di malinconie inutili, ecco, magari riempiamo quei momenti di questi plin plin. Un semplice esserci, che alle volte pare moltissimo…
– Ma…
– … ma poi, toh, guarda. Ha ripreso a nevicare. E che fai? Non la mandi una foto dal ciglio di questi binari?
Plin plin plin, plin plin plinplinplinpli.
– Ora la levo. Ma tu dimmi che hai capito…
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Questo post è stato pubblicato originariamente su Povera Ma Sexy – Postkarten aus Berlin, un progetto di Nora Cavaccini. Segui il progetto su Facebook.
Povera Ma Sexy – Postkarten aus Berlin è un “viaggio” fisico e letterario a Berlino. Un percorso che nasce dall’esperienza personale di chi scrive ma che, al tempo stesso, può rappresentare una via alternativa per scoprire la città. Per tutti coloro che, in un modo o nell’altro, ne subiscono il fascino. Berlinesi e non.
Ogni post è costituito da un breve un racconto. A ogni racconto è associata una mappa. Qui, cliccando sugli indicatori, comparirà una descrizione. Si tratta di informazioni “turistiche” che non mirano ad essere esaustive ma a collocare meglio il racconto nei luoghi che lo hanno ispirato.
“una luce aliena, cruda e stellare” <3