Unconventional Berlin Diary: l’anno che comincia e la malinconia

malinconia

 

Photo by G4GTi

Ho passato la notte di Capodanno a guardare con Wolfie “Hannah Arendt” e “Dinner for one”. Guardiamo sempre “Dinner for one” l’ultimo dell’anno, abbiamo iniziato ad Eupen, davanti a diversi bicchieri di vino, e continuiamo un po’ ovunque, ridendo sempre negli stessi momenti. Quest’anno non ho potuto levare i calici con gli immaginari Mr. Winterbottom, Mr. Pomeroy, sir Toby e l’ammiraglio von Schneider perché sono ancora in terapia e non posso bere o mangiare come si deve, ma non importa. In fondo non ne avevo voglia e non avevo fame.

“Hannah Arendt” mi ha colpito moltissimo, non pensavo che la sua visione del processo Eichmann le fosse costata un linciaggio morale senza precedenti e la rottura con alcuni dei suoi più cari amici. A dirla tuttanon sapevo neanche della sua storia d’amore con Heidegger, ma questo è abbastanza irrilevante.

A metà film abbiamo messo in pausa, abbiamo dormito per venti minuti e siamo state svegliate dai botti di mezzanotte. Niente di serio, qualche ragazzino sotto casa e un po’ di confusione in lontananza. A quel punto abbiamo finito di guardare il film, ci siamo fatte un the e siamo tornate a letto, nel restaurato silenzio della notte. In fondo siamo in una piccola città. Questo non ha impedito a un tipo di fare tre rapine in diciotto giorni brandendo un’ascia. Polizia di Stato e Carabinieri lo cercano incessantemente, ma lui continua ad andarsene in giro come Jack Torrance e a evaporare come la nebbia. Se fossi Stephen King sarei già al lavoro su un soggetto niente male.

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Le giornate sfilano serene, anche se la reclusione forzata sta alterando la mia percezione della realtà. Wolfie ed io combattiamo il disagio infilandoci sotto le coperte, intrecciando le gambe e dando una possibilità alla letteratura. Al momento sto leggendo un libro che contiene cinquanta racconti di autori vari. Il secondo racconto è di Hemingway e mi è venuto da ridere pensando al fatto che, nel film sulla Arendt, Mary McCarthy lo definisca “l’eiaculatore precoce del XX secolo”.

Effettivamente eiacula abbastanza.

A Berlino fa freddissimo, mi dicono. Comprerò un paio di guanti, prima di ripartire.

A Berlino il Berghain continua a regalare emozioni ad amici e conoscenti che ne parlano come di una specie di Olimpo. Forse un giorno verificherò per dovere di cronaca, ma non c’è fretta. Per il momento dite a Sven che non lo temo.

A Berlino ho dimenticato lo Xanax e ieri notte ho avuto un principio di attacco d’ansia, dovuto alla posizione scomoda e a qualche difficoltà respiratoria.

Per il resto non va male, mi faccio disinfettare la ferita ogni due giorni e la fotografo mentre cicatrizza, prendo pillole, cerco di recuperare alcuni dati dall’hard drive di un pc che ho sfondato a pugni duranti una lite, parlo al telefono con persone a cui tengo e riordino quelle mille “carte infernali” per cui il sistema tedesco sembra avere un fetish.

Nel frattempo ho ricevuto un invito per un queer-porn-party, ma sono decisamente fuori zona sotto ogni punto di vista. Fisicamente sono in un’altra nazione, psicologicamente sono oltre z8_GND_5296, la galassia più vecchia e distante mai osservata finora. Fa un po’ freddo qui. E lì.

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♠ Colonna sonora: “No cities to love”–Sleater Kinney♠

Lucia Conti

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Lucia Conti ha collaborato con diverse webzines, curando rubriche di arte, cinema, musica, letteratura e interviste. Per “Il Mitte”, di cui é al momento caporedattrice, ha già intervistato, tra gli altri, due sopravvissuti ad Auschwitz-Birkenau e Buchenwald e ha curato un approfondimento sull’era della DDR, raccogliendo testimonianze di scrittori, giornalisti, operatori radiofonici e musicisti. Ama visitare mostre e chiese in tutta Europa, con una particolare predilezione per Bruegel, Van Gogh e Caravaggio e per l’architettura gotica. Tra i registi apprezza in modo particolare Bergman, Wiene, Kitano, Fellini e Lars von Trier e adora l’ultimo Polanski. Per quanto riguarda la letteratura ha una vera ossessione per Kafka e in particolare per “La metamorfosi”, che ama rileggere a cadenza regolare e che produce su di lei uno stranissimo effetto calmante. Privatamente scrive cose che poi distrugge. Attualmente vive e resiste a Berlino.