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[Video]: Cycling in Berlin, una designer mostra le difficoltà dei ciclisti nella capitale

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di Daria Tombolelli

La mia prima bicicletta l’ho comprata dopo appena dieci giorni dal mio trasferimento a Berlino. Era molto bella, leggera, viola, con un manubrio fantastico e comodissimo: 70 euro da una ragazza che stava per lasciare la città. Mi ha consegnato la bicicletta come si consegna una coppa campioni nelle mani del capitano. Mi ha detto “buon divertimento”, mi ha sorriso e se ne è andata lungo la Schönhauser Allee, dove ci eravamo date appuntamento. A quel punto il modo più semplice per tornare a casa, ad Ostkreuz, dove ho abitato per i primi mesi, mi era sembrato pedalare. Godiamo delle meraviglie di una città che è considerata nella top list dei paradisi del ciclista, con le sue piste ciclabili ben attrezzate, automobilisti che si fermano per lasciarti passare, magari pure sorridendoti.

Morale? Sono arrivata a casa in un’ora e mezza, sudata da schifo, facendo lo slalom tra automobili, pedoni, passeggini, altri ciclisti troppo lenti. Teoria vs. Realtà. Le aspettative troppo alte portano spesso ad una delusione ancora più grande.

Ma per mia fortuna sono una persona razionale e ho deciso di guardare al lato positivo di tutta la questione. Almeno a Berlino, mi sono detta, c’è un’attenzione da parte dell’amministrazione che prevede un budget cospicuo per il miglioramento delle infrastrutture ciclistiche, in modo da rendere l’esperienza piacevole e il meno pericolosa possibile. Anche questo è tutto, quasi, vero.

Ora però, dopo aver letto la mia storia personale, se per caso voleste un punto di vista distaccato e critico riguardo la situazione generale vi suggerisco di guardare bene il video qui sotto.

Claudia Brückner, una Event Experience Designer e Innovation Facilitator berlinese di adozione, ci prende per mano e ci porta alla scoperta, critica, di alcuni dei punti della città che in un sondaggio online erano stati indicati dagli utenti delle piste ciclabili in cui fossero più urgenti degli interventi di miglioramento per una maggiore sicurezza e fruibilità del servizio.

Claudia ci mostra come in tre punti nevralgici della città i cambiamenti richiesti non siano stati effettuati. Vediamo Schönhauser Allee (di nuovo lei), Hermannplatz e Kottbusser Tor, cadere sotto la sua  impietosa mano uno a uno sulla cartina che la protagonista ci mostra, insieme ad altri cinque punti da lei scelti. L’unico a restare in piedi è Moritzplatz, che non era rientrato nella classifica dei primi venti posti indicati come più pericolosi, ma che di fatto è uno dei pochi luoghi in cui i miglioramenti sono stati effettuati e da utente giornaliera della (orribile) rotonda devo dire che in effetti l’esperienza di utilizzo è nettamente superiore. La regista mette anche mano al budget predisposto dall’amministrazione e ci fa notare come la differenza con i fondi effettivamente utilizzati si stia allargando sempre di più, anno dopo anno.

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Infine, analizza anche l’effettiva utilità della novità introdotta nel 2014 in città, ovvero il corpo di Polizia che si aggira per le strade di Berlino in bicicletta.

Il video, oltre a essere innegabilmente informativo e oggettivo, dati alla mano, è anche girato davvero bene. Claudia Brückner riprende lo stile di Casey Neistat, un regista e attore, affiliato HBO emittente televisiva americana, riportando tutto dalla dimensione newyorkese di quest’ultimo a quella berlinese della prima, con una colonna sonora accattivante e un piglio decisamente critico.

Godetevi dunque il video, pensate a quanti e quali di questi posti avete attraversato e ai miglioramenti che vorreste vedere realizzati. Una cosa fondamentale da imparare qui è che non basta solo lamentare mancanze, ma bisogna trovare il modo di far sentire la propria voce perché le richieste non rimangano inascoltate. E perché questo si possa realizzare è necessario conoscere e informarsi per vivere la città con tutti i diritti e i doveri dei suoi abitanti.

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