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L’S-Bahn dopo la caduta del Muro di Berlino [Video]

di Mirea Cartabbia

La sera del 9 novembre 1989, dopo che Günter Schabowski dichiarò per errore che i cittadini della DDR potevano entrare senza problemi nella Germania dell’Ovest, i berlinesi dell’Est cominciarono ad accalcarsi nei punti di confine per il passaggio dei civili.

Il primo di questi posti di blocco ad aprirsi, consentendo alla folla di andare ad Ovest, fu quello di Bornholmer Straße.

Un viaggio sull’S-Bahn dopo la caduta del Muro

E proprio da qui inizia il documentario scovato dal sito web Berlin Graffiti dal titolo Berliner S-Bahn (1990), realizzato nel 1992, che permette allo spettatore di fare un tuffo nel passato e di scoprire la Berlino degli anni ’90 con gli occhi di un passeggero della compagnia di trasporti tedesca.

Dicevamo, il punto di partenza del film è Bornholmer Straße. Oltre ad essere un punto di confine celebre, la strada ospitava anche una stazione della S-Bahn, che per ben 29 anni restò chiusa al pubblico e vide innumerevoli treni transitare senza mai fermarsi. Fino a quando, nel 1990, fu riaperta con una struttura provvisoria.

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La S-Bahn dopo la caduta del Muro. Stazione di Bornholmer Straße nel 1990. Archi-de, CC BY-SA 3.0 <http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/>, via Wikimedia Commons

Le stazioni fantasma

Questa stazione faceva parte delle cosiddette Geisterbahnhöfe, letteralmente le stazioni fantasma, ossia quelle stazioni che durante gli anni del Muro furono chiuse alla popolazione perché si trovavano in zone di confine.

Qui i treni passavano senza fermarsi e vi erano costantemente delle guardie appostate per assicurarsi che nessuno cercasse di fuggire ad Ovest. Molte delle entrate e delle uscite di queste stazioni furono letteralmente murate.


trasporto pubblico di berlino

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Il documentario ci mostra poi in successione le immagini spettrali pre-caduta del muro della Nordbahnhof (fino al 1950 conosciuta come Stettiner Bahnhof), di Oranienburger Straße, di Unten den Linden (dal 2009 il nome è stato cambiato in Brandenburger Tor S-Bahn) ed infine di Potsdamer Platz.

Firedrichstraße: il punto di confine più famoso di Berlino

Durante la corsa del treno parallela al Muro iniziata a Bornholmer Straße, viene toccata anche la stazione di Friedrichstraße, forse il punto di confine più famoso di Berlino. Qui i cittadini dell’Est e dell’Ovest erano costretti a dirsi addio e gli occidentali potevano cambiare treno seguendo le indicazioni per la U-Bahn.

Durante la Guerra Fredda, la stazione venne divisa in due e fu introdotta la frontiera per il controllo dei passaporti. Di sicuro, viaggiare sull’S-Bahn dopo la caduta del Muro è incredibilmente emozionante, perché nel 1990 la realtà della Berlino divisa appartiene al passato, ma da pochissimo.

Controllo di frontiera a Berlino Ovest alla stazione di Friedrichstrasse nel 1990, un anno dopo la caduta del Muro.
Bundesarchiv, Bild 183-1990-0403-311 / Franke, Klaus / CC-BY-SA, CC BY-SA 3.0 DE <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/de/deed.en>, via Wikimedia Commons

Stazioni fondamentali ai tempi della DDR

Il film parla anche di stazioni che oggi hanno un’importanza secondaria ma che per la DDR erano punti centrali per il transito dei treni, come ad esempio la stazione di Schöneweide. Si trattava di uno dei nodi principali della Germania dell’Est perchè la maggior parte dei treni che coprivano tratte extra-berlinesi partivano da qui.

Nel documentario non si tratta però solo dell’apertura o la riapertura di nuove linee della S-Bahn, ma anche delle innovazioni tecniche operate sui treni del 1990, concernenti principalmente l’elettrificazione sempre maggiore, i lavori concreti di manutenzione delle rotaie e delle stazioni e la modernizzazione dei vagoni.

Gli anni ’90 e l’avvento dell’elettricità

L’utilizzo di elettricità per il funzionamento della S-Bahn non è una novità degli anni ’90. Infatti, i primi lavori in questa direzione erano stati fatti nel 1901 e portati avanti intensamente già a partire dal 1961, ma dopo la riunificazione della città si intensificarono ancora di più.

Oltre all’elettrificazione, iniziarono ad essere introdotte alcune delle innovazioni tecnologiche che oggi caratterizzano la S-Bahn che tutti conosciamo: ad esempio il gradino mobile che collega treno e banchina o la nuova disposizione dei posti a sedere.

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Gerd Danigel , ddr-fotograf.de, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

Vecchie linee forse perse per sempre

Il film in chiusura sottolinea che molte delle vecchie linee in funzione prima della seconda Guerra Mondiale, o anche precedentemente, non hanno potuto essere ri-aperte a causa di condizioni esterne, come per esempio per la fragilità del terreno o per la mancanza di infrastrutture (moltissimi ponti richiedevano lavori di manutenzione o erano addirittura crollati).

Ad esempio, nel 1990 il collegamento tra Oranienburg e Berlino, che oggi è perfettamente funzionante, non era ancora stato ripristinato. Lo stesso Ringbahn fu riaperto solo a tratti (gli ultimi lavori su questa linea si conclusero solo nel 2002, con l’unione del tratto Wedding-Gesundbrunnen). Il tragitto finale della S2 da Blankefelde a Rangsdorf, inoltre, ad oggi non è ancora stato riaperto e forse non lo sarà mai.

Insomma, questo documentario ci permette di sperimentare l’S-Bahn dopo decenni di unificazione, ma facendo un salto indietro fino agli albori della Berlino unita. Quella che tutti noi crediamo di conoscere così bene.

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