di Paola Moretti
Il 6 e il 7 Novembre 2015 si è tenuto, a Berlino, il Gender Summit 7 Europe 2015. L’incontro coglie ogni anno l’occasione per aggiornare riguardo allo stato dell’uguaglianza tra sessi nell’ambito lavorativo della ricerca scientifica.
Durante uno dei molti interventi in programma è stato presentato il resoconto “Mapping Gender in the German Research Arena” condotto da Elsevier’s Analytical Services Team.
Nonostante in Germania negli ultimi cinque anni il numero di donne impiegate nella scienza sia aumentato, le principali rilevazioni dell’indagine dimostrano che le ricercatrici senior sono di gran lunga numericamente inferiori alla controparte maschile. Esse corrispondono infatti solo al 19% del corpo ricercatori. Sono invece 30,9% le ricercatrici donne con meno di 10 anni di esperienza lavorativa dopo la loro prima pubblicazione. (Dati riferiti all’anno 2014)
Per quanto riguarda le pubblicazioni, quelle femminili sono mediamente meno frequenti di quelle maschili, 2,07 pubblicazioni di donne all’anno nel quadriennio 2010-2014, contro le 2.34 di uomini. Un altro grande dislivello sembra esserci nella fase intermedia della carriera, cioè attorno ai 5 anni di esperienza dopo la prima pubblicazione. I colleghi di sesso maschile sembrano essere più prolifici, con 17,6% delle pubblicazioni in più. Il suddetto dato deriva probabilmente dal fatto che questo stadio lavorativo intermedio viene raggiunto spesso ad un’età in cui le donne diventano madri. La mancanza di supporto esterno alla famiglia e la diminuzione del tempo disponibile si ripercuote sulla produttività nel lavoro.
Dopo aver individuato tramite il sondaggio i principali problemi, sono state avanzate proposte per aumentare il numero delle donne che occupano posizioni in campo scientifico e incrementare la frequenza delle loro pubblicazioni.
Tra queste comparivano l’introduzione di regolamentazioni, politiche e borse di studio volte a ridurre la disuguaglianza di opportunità tra generi, che rendessero cioè più agevole la scalata nella carriera accademica anche agli scienziati di sesso femminile.