Berlin Street Art Walk#7: SP38 e l’Open Wall Gallery dopo la chiusura dello Stattbad

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Foto di Zuleika Munizza
di Zuleika Munizza

Gli spazi espositivi dedicati alla street art, come la forma d’arte stessa, hanno una caratteristica: la temporaneità. Nel caso della Open Walls Gallery questa è però dettata non tanto da scelte curatoriali, quanto più da un’imposizione. La galleria aveva sede all’interno di uno dei più interessanti e riusciti progetti di riqualificazione urbana a Wedding.
La Statdtbad, la piscina di quartiere, disegno dei primi del ‘900 porta la firma dell’architetto L. Hoffmann, pesantemente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, riapre negli anni 60, per poi essere chiusa a causa di mancanza dei fondi per i necessari lavori di ristrutturazione. Il progetto STATTBAD era riuscito con grande impegno a trasformare gli spogliatoi, le due vasche ed il locale caldaie – spazi dominati dall’estetica degli anni sessanta dal fascino post-moderno – in un incubatore culturale e musicale riconosciuto a livello internazionale.

L’interazione creativa tra arte e musica si rifletteva attraverso il ricco programma rivolto a differenti ambiti artistici: designers, musicisti e curatori, lavoravano in una speciale atmosfera.

Nell’ex piscina il progetto culturale e artistico STATTBAD, conosciuto tanto da riuscire ad ottenere, dopo due anni d’uso temporaneo, un regolare contratto d’affitto e la possibilità di rimanere a lungo termine, viene interrotto.
La struttura chiusa da quando il senato di Berlino “all’improvviso” si accorge che l’immobile non possiede le autorizzazioni necessarie per l’uso pubblico. Senza possibilità d’appello il progetto si conclude e al momento non è ancora dato sapere cosa ne sarà della Stadtbad.

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Foto di Zuleika Munizza

La Open Walls Gallery si traferisce così altrove, in Schröderstr. per l’esattezza, in un nuovo spazio che continua ad essere catalizzatore di artisti che hanno una forte affinità con l’arte urbana. “Pareti aperte” è diventato uno spazio di fama internazionale, la galleria si concentra sull’arte pubblica a 360 gradi ed offre oltre alle mostre, anche visite guidate e tour di street art, nonché workshop e consulenze.


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Questa settimana ospite è lo street artist SP38 per il quale la critica sociale emerge nella più estrema semplicità attraverso una sola frase. SP38 usa solo tre colori (blu, giallo e rosso) per tappezzare la città di messaggi che nella loro semplicità evidenziano le contraddizioni e le assurdità di ciò che ormai viene inteso come normale e assodato.

Francese di nascita e berlinese d’adozione da oltre vent’anni, come un cronista attento alle trasformazioni della città ne documenta i cambiamenti. La personale in programma “Vive SP38” è una sorta di vetrina di manifesti e fotografie che raccontano la sua Berlino, una retrospettiva ed un ricordo del senso di eccitazione per la disobbedienza civile che rappresenta riempire illegalmente la città con slogan critici.

Come il suo “Swim or Die” manifesto che ha realizzato proprio quando la Stattbad stava chiudendo, messaggio che ha sicuramente un valore universale per tutta la città. Si crea un dialogo diretto e spontaneo con la città, a guidare l’artista solo l’istinto del momento in cui lo slogan viene immaginato.

“Venti anni fa, Berlino era simbolo di un tipo di stile di vita alternativo, è triste vedere che la città si è sviluppata nella stessa direzione di qualsiasi altra grande città, il che implica automaticamente che ha perso molta della sua anima e del suo spirito originale.” Commenta l’artista.

L’epoca in cui Berlino era considerata una città stimolate e creativa sembra essere finita una volta per tutte? Non lo crediamo, anzi, le enormi contraddizioni e la continua ricerca di identità fanno di Berlino una metropoli ancora vibrante, con le sue fisiologiche differenze rispetto a venti anni fa.

Ricerche a cura di: Z.Munizza, responsabile del progetto Berlino Explorer che organizza esplorazioni urbane e visite guidate, propone tra gli vari itinerari Street ArTour.

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