Il lungo sonno dello Spreepark
di Zuleika Munizza
Tanto si è detto e tanto si è scritto sullo Spreepark, ma ad oggi ancora non è chiaro quale futuro spetti al parco divertimenti nel Plänterwald, abbandonato come una Dornröschen (bella addormentata) sulla sponda della Sprea e inattivo da da 14 anni.
Tanti ha fatto sognare, il parco, anche dopo la chiusura. Una volta scavalcata la recinzione si era come catapultati in un mondo parallelo, strane e buffe facce sagomate spuntavano tra gli alberi e i cigni di plastica arenati nel lago-palude – con tanto di galeone dei pirati mezzo affondato – riportavano alla mente immagini di un vecchio film dell’orrore, all’improvviso poteva apparire l’ex proprietario nascosto in un camper nelle vicinanze.
Le vicende e le vicissitudini dello Spreepark sono raccontate in un docufilm: Achterbahn (2009), il sogno di Norbert Witte, lo storico proprietario, di trasformare lo Spreepark nel parco divertimenti più grande della Germania riunita, fallisce miseramente. Il re dei caroselli lascia Berlino, insieme ad un’enorme montagna di debiti ed un gran caos.
Ci prova prima la sfortunata moglie a farlo rivivere, organizzando tour ed eventi per i più piccoli, ma non c’è verso di far rinascere un luogo destinato al divertimento, ma impossibilitato a divertire. Come se un alone nero incombesse sul parco, vuoi per le storie che si raccontano vuoi perché, obiettivamente, il modo di divertirsi è oramai completamente cambiato.
Lo Stato di Berlino riacquista il diritto di superficie lo scorso anno, ma da allora nulla è cambiato, se non l’associazione che quest’estate ne ha curato gli eventi della “estate culturale”, giusto per non lasciare completamente inutili gli unici lavori di messa in sicurezza che son stati fatti, vedi recinzioni e potatura.
Le critiche, mosse da H. Moritz esponente dei Verdi, che sottolinea la totale mancanza di un piano di progetto, sono legittime, ed in effetti la risposta del gruppo di lavoro, creato appositamente per quest’area, che l’idea di base si fondi sullo sviluppo turistico, è debole per un area così vasta e con un alto potenziale di recupero.
Non ci resta che aspettare la prossima estate per vedere cosa si inventeranno.
Ricerche e foto a cura di Z. Munizza, responsabile del progetto Berlino Explorer.