Alla scoperta delle case di Bruno Taut a Grünau
di Mirea Cartabbia
Parlare dell’architettura di Berlino riferendosi solo al neoclassicismo di Schinkel o al classicismo socialista è estremamente riduttivo. La capitale ha in sé delle vere e proprie chicche, che spesso restano nascoste agli occhi dei turisti (e non solo) perché si trovano in zone relativamente lontane dal centro.
Tra questi gioielli va ricordato il complesso architettonico immaginato e realizzato nel 1914 da Bruno Taut, pittore ed architetto tedesco, nel quartiere di Grünau, attualmente parte del distretto Treptow-Köpenick.
Tutte le case del complesso sono state concepite con un giardino, ricco di piante e fiori. La vegetazione è stata pensata anche come decorativa: ad esempio non è inusuale avere piante o fiori attorno a porte e finestre.
Inoltre, le case sono disposte in maniera simmetrica ma non omogenea: alcune sono più alte di altre, alcune sono isolate, altre sono raggruppate in blocchi.
L’elemento più caratteristico di questo agglomerato urbano però sono sicuramente i colori: ogni edificio è dipinto con uno o più dei colori che fanno parte di una scatola di acquerelli. Perciò accanto a case rosse, beige o ocra, si trovano case bianche e perfino nere (un’eccezione tra le costruzioni berlinesi).
Bruno Taut riteneva che costruire un agglomerato urbano con queste caratteristiche uniche ed individuali potesse aiutare gli abitanti del quartiere di Grünau a sentirsi bene e soddisfatti delle loro abitazioni.
Anche se è difficile stabilire se Taut avesse o meno ragione, sicuramente il complesso contribuisce a rompere l’immagine caricaturale di Berlino: grigiore e palazzoni sovietici.
Fonte: Berlin Shots (STADTAUSWÄRTS-TOUR: Tuschkastensiedlung)
© tutte le foto sono di Erik Boß