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Berlin street Art Walk#3: Vhils, distruggere per creare

Alexandre Farto aka Vhils, portoghese classe ’87, l’artista che crea attraverso la distruzioneAttraverso il concetto di sottrazione del materiale realizza grandi ritratti con una tecnica sperimentale e innovativa nell’ambito dell’arte urbana. Utilizzando piccoli martelli a percussione, scalpellini e persino microcariche esplosive, elimina la materia in eccesso per mettere in evidenza in negativo il soggetto, arrivando fino al cuore del cemento della facciata. Questo modo di lavorare crea uno straordinario effetto, forte ed intenso senza dominare l’ambiente circostante.

Scolpiti direttamente sui muri i volti, fresati e forati, affiorano come per magia. Vhils volutamente gioca con il principio di vandalismo, con la creazione mediante la distruzione mirata del materiale in qualcosa di nuovo. Lui stesso paragona l’approccio a quello di un archeologo, sovrapponendo strato su strato il materiale per la preparazione dell’opera che, solo dopo ripetute modifiche, arriva a dare alla superficie contorni precisi formando l’immagine di un volto. Alla fine del processo il disegno è verniciato ed il murale terminato

Come un frottage murario, tecnica sperimentale della pop art americana anni ’70, che consiste nel sovrapporre un un foglio di carta o una tela ad una superficie  che abbia dei rilievi più o meno marcati, pietra o qualsiasi cosa che non sia liscia, sfregando poi sopra matite, pastelli o carboncini, si lascia affiorare poco a poco il rilievo della superficie sottostante, così l’artista opera sulla facciata in muratura, adoperando come tela il cemento.

Foto © S. Corso

Less is more! motto di Mies van der Rohe architetto tedesco, uno dei maestri del Movimento Moderno, è più che calzante per questo tipo di tecnica d’arte urbana;  lasciate quindi bombolette spray, vernice e stencil, Vhils si dedica completamente a questo nuovo modo di scolpire le facciate.

Come un moderno Rotella, esponente della Pop Art Italiana, che accavalla e sovrappone le immagini pubblicitarie realizzando delle sovrapitture negli strati di manifesti, ispirandosi proprio al mondo del graffitismo con scritte anonime, Vhils opera su strati di cemento.

La temporaneità, elemento distintivo della forma d’espressione artistica urbana è un perfetto spunto per parlare di Gentrification, letteralmente potremmo sintetizzare il concetto con una più semplice parola: trasformazione urbana, che come dinamica è tutt’altro che semplice da approfondire. Partendo dal presupposto che, cambiamento e trasfromazione urbana sono fiseologica necessità di una città contemporanea, Berlino su tutte, visti i rivolgimenti storici degli ultimi 50 anni. E’ così che, il famoso graffito di Blu in Cuvry strasse, diventa simbolo e muro/lavagna di denuncia contro la Gentrification di Kreuzberg e della città tutta, sintesi di un processo evolutivo urbano.


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Le opere di street art hanno per loro stessa natura una scadenza, questo elemento a Berlino è molto evidente; come per il caso dell’opera che Vhils dedica all’operatore di strada Fadi Saad (si occupa di integrazione dei giovani provenienti da famiglie di immigrazione) realizzato all’interno del centro culturale RAW-Tempel di Friedrichshain, che viene eliminato in nome di un nuovo locale. Una piscina, servizio che di certo mancava nella seppur variegata offerta del RAW, che non fa altro che sottolineare il cambiamento di direzione e atmosfera che in questo luogo, nello specifico, ma nella città tutta inizia ad avvertirsi.

L’area del RAW (acronimo di una lunga parola tedesca Reichsbahnausbesserungswerk ovvero officine per le riparazioni ferroviarie) è da tempo proprietà privata e non si sa ancora bene cosa ne sarà del progetto dopo il 2019, anno in cui scade il contratto di locazione dell’associazione.

Foto © S. Corso

Nel mentre però, nuovi progetti si affacciano in quello che dalla metà degli anni ’90 rappresenta per Friedrichshain e per Berlino, uno dei centri nevralgici della cultura indipendente. Per quanto da tempo l’atmosfera sia cambiata dalla sua fondazione, è ancora uno dei luoghi dove l’offerta è tra le più variegate: eventi sportivi, streetart, musica si fondono. Cosa mancava all’interno dei capannoni in mattoni, proprio nel cuore pulsante della vita notturna berlinese se non una piscina?

Il Raw rappresenta una galleria a cielo aperto di street art, dominata da un susseguirsi di coloratissimi graffiti, che creano una street gallery spontanea.

Le associazioni culturali, sportive e musicali esistono e resistono, rivolgendosi al pubblico di sempre, a queste si aggiungono progetti che, a livello di design e organizzazione spaziale hanno le tipiche caratteristiche berlinesi: uso di capannoni industriali e riciclo dei materiali, si rivolgono però ad un pubblico diverso (Schicki-Micki per dirla alla tedesca).

Ecco allora che chic food market e stand d’artigianato si sostituiscono ai mercatini delle pulci dove, se prima una sedia in puro stile DDR, raccattata in qualche cantina di un Plattenbau, la si portava via per pochi euro, contrattando con “simpatici” vecchini (turchi x lo più) ora il pezzo vintage ha un valore completamente diverso.

Diversi i pezzi di Vhils sparsi per Berlino e non mancherà occasione di approfondirli in un altro capitolo della Berlin Street Art Walk, così come delle eventuali critiche che potrebbero essere mosse nei confronti della firma per la quale Vhils collabora.

Foto © S. Corso

Ricerche a cura di: Z.Munizza, responsabile del progetto Berlino Explorer che organizza esplorazioni urbane e visite guidate, propone tra gli vari itinerari Street ArTour.

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