Berlin Street Art Walk#4: RERO, l’artista dell’autocensura
RERO, artista francese e multidisciplinare classe ’83, parte da studi di sociologia ed economia e si dedica alla pratica dei graffiti in luoghi abbandonati.
Con i suoi messaggi intriganti e barrati, naviga poeticamente tra arte concettuale e arte urbana. L’artista sviluppa un particolare approccio visivo utilizzando frasi semplici o parole opportunamente graffiate con una barra, come a volerne cancellare l’effettivo significato, una negazione dell’immagine. I testi giocano sul linguaggio informatico (ERROR 404 IMMAGINE NON DISPONIBILE) e sono tutti scritti in Verdana, carattere più utilizzato sul Web ed in tipografia, che diventa il suo marchio di fabbrica. Rero si appropria di un linguaggio contemporaneo per collocarlo in un contesto urbano.
Poi si auto-censura, graffiando con una spessa linea nera il suo slogan, “ho graffiato le parole per essere visto per essere più. Il fatto che vengono rimosse fa venire voglia di leggerle.” dice citando Jean-Michel Basquiat.
Non un attivismo selvaggio quindi, ma piuttosto una forma di poesia che si manifesta con forza in luoghi abbandonati, parchi giochi o paesaggi dove l’occhio si perde verso l’infinito. “Mi piace mettere in discussione i mezzi di comunicazione contemporanei e interagire con i passanti. Gioco ma modo educato.”
La Street Art di Rero spinge i confini e trasforma il paesaggio urbano in un luogo privilegiato di interazione con le persone invitandole ad una una riflessione sul luogo e lo spazio. Mette in discussione i codici della proprietà intellettuale, dell’immagine e del linguaggio informatico, utilizzando uno humor (nero) e l’assurdità per parlare a chi si trova di fronte a queste scritte.
L’artista ha esposto in numerose gallerie in tutto il mondo, Parigi, Los Angeles e New York e per istituzioni pubbliche famosissime come il Centre Georges Pompidou, anche Roma ha la sua scritta barrata: Supervised Indipendence campeggia su un piccolo bianco edificio del Dams sulla via Ostiense.
Conosciuti i suoi interventi nei luoghi abbandonati, come nel decadente e affascinante ex sanatorio poco distante da Berlino, una sorta di racconto inverso della società moderna atto a puntualizzarne gli aspetti attraverso una negazione visiva e tematica.
A Beelitz, in una delle sezioni abbandonate dell’ospedale si trova ERRATUM o ancora AN ERROR.
La destinazione ufficiale come luogo di cura del sanatorio di Beelitz inizia con lo scoppio del primo conflitto mondiale e rimane tale fino all’occupazione sovietica, una volta inserito nelle proprietà pubbliche della DDR continua a svolgere le sue funzioni, finché con la caduta del muro le strutture vengono progressivamente abbandonate.
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Il complesso di circa 60 edifici annovera tra i suoi “ospiti” nomi del calibro di Hitler, ricoverato nel 1916 a seguito del ferimento durante la Battaglia delle Somme ed è sempre qui che nel ’90 Erich Honecker, dopo le dimissioni da capo del governo della Repubblica Democratica, trova rifugio.
Il grande complesso ospedaliero immerso nella foresta giace oggi, in parte, addormentato e sprigiona un fascino atavico; passeggiando tra le rovine dalle facciate decorate dalla vegetazione si ha la sensazione di tornare indietro nel tempo. E’ nelle stanze segnate dal tempo che spesso capita a chi si avventura per i suoi edifici abbandonati, di scovare opere di urban art davvero interessanti come per gli slogan di Rero.
Lo scorso fine settimana è stato inaugurato il primo tratto della passeggiata aerea a ben 40 metri sulle cime degli alberi, che permette di vedere dall’alto le rovine del sanatorio, una serie di pannelli informativi indicano la storia di ciascun edificio. E’ in previsione l’estensione del percorso con annessi servizi al pubblico all’interno di alcuni degli edifici che saranno liberamente fruibili dai visitatori. Il Baumkronenpfad Beelitz è aperto tutto l’anno da Maggio a Settembre.
Foto © S. Corso
Ricerche a cura di: Z.Munizza, responsabile del progetto Berlino Explorer che organizza esplorazioni urbane e visite guidate, propone tra gli vari itinerari Street ArTour.
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