A Berlino il ristorante che cucina gli scarti
di Paola Moretti
Sprecare il cibo è male, lo hanno insegnato a tutti. Sia perché è irrispettoso verso chi non ce l’ha, sia perché produrlo in maniera intensiva come si fa ora, prosciuga le risorse del pianeta, sia perché trasportarlo in giro per il mondo inquina l’atmosfera. Triplo peccato insomma. Pare però che il mondo industrializzato si stia sensibilizzando sempre più alla questione. Nel 2013 è nato in Germania Foodsharing, organizzazione, di cui abbiamo già parlato varie volte , che segnala ai suoi fruitori punti di raccolta/consegna per cibi che andrebbero altrimenti buttati. in Francia è entrata recentemente in vigore una legge che proibisce ai supermercati di disfarsi della merce invenduta, obbligandoli invece a donarla in beneficienza, renderla concime o foraggio per animali. Il progetto portoghese Fruta Feia raccoglie invece tutti quegli ortaggi e frutti considerati troppo “brutti” per essere venduti nei supermercati. In Gran Bretagna il 22 Aprile scorso, per attirare l’attenzione sul tema, i ristoratori dell’isola hanno proposto, in onore della giornata mondiale della Terra, menù a base di leftovers. Dal 2013 esiste a Leeds the The Real Junk Food Project un ristorante i cui piatti sono creati con ingredienti salvati da un’ingrata fine nel cassonetto.
Sullo lo stesso principio si basa Restlos Glücklich a Berlino. Il ristorante non-profit si impegna a cucinare con ingredienti recuperati, cioè con cibo per altri in surplus e con quello non esteticamente adatto alla vendita. Gli ideatori del progetto affermano di voler coinvolgere anche agricoltori locali e non solo grandi catene di produzione alimentare. L’obiettivo principale è quello di sensibilizzare il pubblico ad un consumo più consapevole ed equo. Oltre alla ristorazione, sono in programma workshop a tema e corsi di cucina. Per contribuire alla riuscita del progetto si può fare una donazione sulla pagina crowdfounding.