Club Mate: è questione di energia
di Paola Moretti
Berlino è stata Miss Vegan 2014 e quando si pensa al veganesimo le prime due associazioni mentali che si fanno sono: amore per gli animali e alimentazione sana. Quasi scalda il cuore ibernato da questo clima ostile. Poi però entri in uno Späti per prendere qualcosa da bere e stai un quarto d’ora davanti al frigo alla ricerca di una bibita non gassata che non sia l’acqua o il Capri-Sonne. Decine e decine di bottiglie dai contenuti neon-pastello fino a tonalità acqua di stagno torbida, con tanto di vegetazione depositata in fondo, tutte rigorosamente MIT KOHLENSÄUREN. Per chi non lo sapesse le bibite gassate sono la morte, consiglio vivamente la visione di questo documentario: “Way beyond weight” per saperne di più. Quindi, assolutamente niente a che vedere con la salute. Se un negozio ha un determinato assortimento è perché i suoi clienti hanno delle determinate pretese, per cui ho pensato ai miei amici teutonici, a cosa sorseggiano quando stiamo buttati i pomeriggi nei prati: Apfelschorle, Bionade, Mezzo Mix, Spezi, Fritz-kola e via dicendo, non ce n’è una senza gas. Ho cercato di capire perchè. Le mie rotelline hanno cominciato a girare lentissime fino ad arrivare, scontatamente, ai barbari e la birra. Sorpresa, la prima bevanda simile alla birra è stata inventata in Mesopotamia più di 5000 anni fa. La bevevano anche i Romani, solo che preferivano il vino. Ai popoli germanici invece, che abitavano dove per cause climatiche era complicato coltivare la vite, non dispiaceva affatto, anzi, nella cultura nordica la birra assunse il ruolo di bevanda dei guerrieri. Una specie di energy drink ante litteram.
A proposito di bibite energetiche qualche altro ingranaggio si è messo in moto: Club Mate! Anche questa non è una creazione del tutto tedesca, il mate è una pianta che cresce in Sud America, a basso contenuto di caffeina. La bevanda che si ricava dall’infusione delle sue foglie veniva consumata già prima del XVI secolo. La ricetta per il thé freddo al mate è stata acquistata nei pressi di Norinberga dal signor Sauernheimer nel 1924, poi nel 1994 dalla Brauerei Loscher, che l’ha portata al successo. Inizialmente era la bibita degli Hacker, chi non ha in mente qualche geek occhialuto davanti allo schermo del pc, di notte con il posacenere pieno di cicche di sigaretta e il pavimento invaso da lattine di bibite stimolanti? Ecco, in Germania il suolo dei loro cubicoli era coperto di bottiglie dall’etichetta giallo-blu. Poi attraverso il Piratenpartei il Club Mate è arrivato anche a Berlino ed ha conquistato poco a poco la sua popolazione, fino a diventare bevanda hispter alla moda.
E’ scattato un altro click mentale, da qualche parte avevo letto, non senza stupore, che la Germania è nella top ten tra le consumatrici di caffè, con circa 7Kg all’anno per persona. Allora forse ho capito. Probabilmente ho sbagliato tutta la prospettiva, non è questione di gas o non gas, ma di stimolazione. Magari lo zucchero delle bibite gassate è per i popoli nordici come le nocciole per gli scoiattoli in letargo, un dispensatore di energia che aiuta a sopravvivere alla sonnolenza invernale. Ed in estate, quando la pressione è sotto i piedi, la ritira su. Tutto fila, forse.