Right On! Dall’operazione Ardire al teatro italo-berlinese, lo spettacolo di Daniela Marcozzi
di Giampaolo Cufino
Nell’ambito del COFFI FESTIVAL, il 12 luglio, si è svolta la premiere dello spettacolo di Daniela Marcozzi, di cui sono previste comunque repliche sia di nuovo a Berlino che in tour per l’Italia. Daniela è un’attrice teatrale, trasferitasi a Berlino da un paio di anni, dove svolge anche corsi di teatro per grandi e piccini.
La sua esibizione si chiama RIGHT ON!, espressione presa in prestito dallo slang americano che significa semplicemente “vivi la vita nonostante tutto!”, in questo caso in particolare vuol essere un invito all’azione.
Daniela ha preso ispirazione da una storia vera che ha come protagonisti alcuni suoi amici, in particolare due sue coinquiline, coinvolte nell’operazione della Polizia umbra “Ardire” che, nel giugno 2012, ha portato all’arresto di numerose persone in tutta Italia – oltre che in Germania e in Svizzera – coinvolte, secondo i pm, al terrorismo anarchico, accusate secondo l’articolo 270bis di “associazione sovversiva con finalità di terrorismo internazionale”.
Le sue amiche sono rimaste in carcere per un anno in custodia preventiva, senza prove e senza processo, infine scarcerate perché ogni accusa a loro carico si è rivelata totalmente priva di fondamento.
All’uscita dal carcere, Daniela ha visto le sue amiche ancora più piene di vita e di voglia di lottare per i propri ideali, per niente scalfite nel morale. Ciò l’ha colpita molto e l’ha portata anche a studiare autori che avessero già in passato affrontato tematiche simili, in particolare Camus, il cui romanzo la “Peste” è stato adattato in occasione della scrittura del testo dello spettacolo.
Una indagine verso quella “forza invisibile” che ci mantiene umani anche in condizioni kafkiane, quando una persona si ritrova a essere considerata terrorista in pochi secondi e si ritrova incarcerata senza processo per oltre un anno. Sembra voler dire: “Ecco, anche questa è la nostra Italia democratica”.
Ma Daniela nel suo spettacolo non ha voluto inscenare un classico monologo che avrebbe potuto correre il rischio di trasformarsi in un comizio, bensì ha reso una rappresentazione molto fisica, fatta di numerosi gesti simbolici e un recitato in inglese a rendere l’idea di una persona in difficoltà che si trova di fronte ad un giudice invisibile.
E Daniela ha pianto, pianto lacrime vere. Lacrime di rabbia, di tristezza, ma anche di vita che nonostante tutto continua.
Siamo sicuri che tutti quelli colpiti dall’operazione anti-terrorismo “Ardire” possano apprezzare il lavoro mastodontico di Daniela e, in particolare, le sue amiche e coinquiline che continuano ancora oggi la battaglia con la forza delle parole, che forse è proprio quello che fa più terrore a uno Stato che, talvolta, chiama terrorismo la voglia di libertà. Daniela lo sa e sa anche come intrattenere, perché in fondo si parla sempre di arte, impegnata sì, ma non politica nel senso stretto del termine. Perché il 270bis, ancora in vigore nel nostro Paese, ha colpito e colpisce persone delle più diverse idee politiche.
Daniela salta, Daniela balla e canta, Daniela bendata recita cieca, Daniela ti guarda e Daniela piange, perché è viva e ti trasmette la sua vita e noi abbiamo pianto con lei.