I berlinesi preferiscono la qualità della vita
di Paola Moretti
In principio era la novità. Ero nuova io, era nuova la città, era nuova l’idea, almeno per me.
Questi locali arredati a caso, con divani presi dalla strada, sgabelli fatti con le cassette delle birre, candele nei sacchetti di carta, eccetera, eccetera. Simpatici. Qualcuno ha pensato che si poteva fare di meglio, quelli del Bar 25 per la precisione, e ci hanno costruito un club con i materiali di risulta. Due pallet qui, una porta al posto del bancone, un po’ di upcycling di spazzatura varia e bam, una figata. Perché lo era. Teoricamente si spendeva così poco nella realizzazione della location per i gestori, quanto nella consumazione delle bevande per i clienti. Quindi fa niente se sulla panca scartavetrata male ti si smagliavano le calze nuove, tanto eri già brilla, eri alla quarta birra senza aver speso ancora dieci euro, in riva alla Spree, in mezzo a tanti ragazzi a godersi il sole rilassati. Non potevi lamentarti.
Tanto é piaciuto questo stile che é diventato simbolo berlinese; i bar di legno con il materiale riciclato, le luminarie alla buona, i tavoli un po’ raffazzonati, sono cominciati a spuntare da tutte le parti, nemmeno fossero un franchising. I prezzi però sono diventati mano a mano meno popolari, proporzionalmente a quanto sono diventati invece popolari questo genere di locali. Club der Visionäre, Ipse, Else, Griesmühle, tutti belli, ma ancora originali?
Si sa, squadra vincente non si cambia, ma le mode sono volubili e i suoi fruitori si stufano in fretta, soprattutto in una città in continuo cambiamento come questa. C’é però chi sta sempre un passo avanti a tutti in fatto di originalità ed innovazione, ed é ancora una volta Andreas Steinhauser e la sua gang, dopo il Bar 25, Kater holzig, Kater blau e Holzmarkt ne hanno pensata un’altra delle loro e questa é proprio grossa. Infatti Kater blau e Holzmarkt sono solo una piccola parte di un progetto ben più ampio, che comprende la realizzazione di un vero e proprio villaggio nella città.
Il progetto edilizio Mediaspree, il quale ha dato adito a molte ed accese proteste, culminate in un referendum che, sebbene non abbia fermato i progetti di costruzione, ne ha almeno attenuato i termini, è la causa principale del trasloco al di là del fiume. Qui, il team del Kater holzig ha aperto bar, ristorante e club, ma evidentemente non era abbastanza. Il 2 Ottobre 2012 la fondazione svizzera Abendrot ha acquistato un terreno dell’estensione di 80.000 metri quadrati compresi tra Jannowitz Brücke e Ostbahnhof, dandola poi in gestione a Holzmarkt 25 eG. Su questa superficie é prevista la costruzione di un Dorf (villaggio), il quale é pensato come centro dell’intero quartiere, dove sono situate le abitazioni per artisti, il mercato, negozi bio e spazi pubblici. Del progetto fa parte anche il Mörchenpark, giardino urbano già in funzione, che si intende ampliare e implementare una volta finiti i lavori. Sono in programma anche un hotel ed un ristorante, ma il pezzo forte é l’Eckwerk, costruzione situata al di là della sopraelevata ferroviaria, pensata come spazio in cui artisti e giovani imprenditori possano installare i propri atelier, studi di registrazione e uffici.
Del comprensorio, inoltre, dovrebbero far parte cinquecento abitazioni pensante per gli studenti, che verranno affittate a prezzi abbordabili. Il tetto dell’edificio sarà utilizzato per agricoltura idroponica e allevamento di pesci. I materiali con cui gli stabili saranno costruiti saranno il più possibile naturali, e, sfruttando le più moderne tecnologie edilizie, si cercherà di rendere l’intero quartiere a bassa emissione e il più energeticamente efficiente possibile. A livello estetico, l’aspetto dei fabbricati dovrebbe rimanere simile a quello che fino ad ora ha caratterizzato tutte gli altri locali. La fine dei lavori é prevista per il 2017, ma in realtà il desiderio dei realizzatori é quello di poter continuare a modellare il quartiere secondo le esigenze dei suoi abitanti concedendosi, a questo scopo, una finestra temporale di approssimativamente dieci anni. Insomma è in costruzione una sorta di Utopia-city in quella che già spesso é chiamata la città dei balocchi. A rendere tutto ancora più surreale é lo stile Davide contro Golia che tutta questa storia ha, ovvero come un gruppo di volenterosi sognatori sia riuscito a strappare terreno ad uno dei maggiori investitori berlinesi per creare un’oasi di condivisione e coesistenza tra creativi, cittadini e natura, aspirando non a grandi profitti, ma ad un’elevata qualità della vita.
Così dove sarebbero dovuti sorgere grattacieli di vetro sezionati in uffici, ci saranno case di legno e atelier. Già la schiacciante vittoria del referendum riguardo al Tempelhofer Feld ci aveva dato un’idea di quanto gli abitanti di Berlino spesso prediligano ideali di vita semplici, volti allo stare in armonia con lo spazio e le persone, piuttosto che rinunciare al benessere psico-fisico in nome di soldi e guadagni facili. L’ Holzmarkt ne é un’ulteriore prova, che conferma la capitale tedesca come laboratorio prolifico di idee innovatrici, nate in favore dei suoi cittadini e non sempre e solo del mercato.
non vorrei essere pignolo, ma trattandosi di un quotidiano online, forse dovreste badare all’accento sul verbo essere in terza persona prima di pubblicare 🙂