Hilde Schramm, settantanovenne. Il suo è un passato difficile, in qualche modo. Suo padre, Albert Speer, è stato l’architetto di Adolf Hitler durante il Terzo Reich. Nazista fedele è stato accusato dal tribunale di Norimberga e poi processato a vent’anni di reclusione in carcere.
Hilde ha rinnegato, ormai da decenni, le sue origini a livello politico, si può dire abbia disertato, in parte, il suo passato.
L’ulteriore conferma è arrivata circa una settimana fa, quando l’anziana ha aperto le porte della sua villa di Berlino a due rifugiati siriani. Un gesto forte, ma esplicativo e coraggioso.
Ahmad Al Hajali e Nizar Al Mahamed sono fuggiti dalla guerra chiedendo asilo politico in Germania e gli è stato consentito di trovare alloggio in una casa privata. Il resto vien da sé.
La grossa villa, Lichterfelder Villenkolonie, ha da sempre ospitato molte persone, tra le quali soprattutto membri della famiglia. Una casa popolosa, tra i quali anche molti bambini. Ora due stanze sono rimaste libere e Hilde non si è fatta alcuno scrupolo nell’ospitare i due rifugiati.
In precedenza, un manager berlinese, ha accolto un’intera famiglia nella sua abitazione. Ma questi non sono gli unici due casi; in tutta Europa, gesti come questi stanno diventando sempre più comuni.
Gesti generosi che aiutano a percepire luce in fondo a tunnel che paiono senza uscita.