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TEUTONICHE SCHEGGE: Verità (questione di grana)

di Miriam Franchina

Nella miglior tradizione umanistica, è giusto condividere qualunque illuminazione personale affinché chiunque possa goderne. Novella Buddha dell’era mediatica, ho raggiunto la pace dei sensi, io so. Come sempre, c’è stata la ribellione alla morale paterna, la fuga, i ripensamenti, per infine approdare alla verità là dove sempre se ne era stata, sorniona come un gatto davanti al focolare.

Ebbene, nella vita due cose contano: grana et amor patrio. 

La verità e il segreto della felicità

Mi son serviti svariati lustri, ma ormai ho in mano la chiave dell’enigma: non di pecunia qui si parla, bensì è una sottigliezza d’articolo. Lo ripeto sempre a chi vuole studiare l’italiano, che così come la triade malefica “der-die-das”, cosí “il-lo-la-i-gli-le” sono ostacoli da imparare a dribblare presto.

Chiaramente per essere felici nella vita serve IL grana: anche la pasta più scotta, dove il coinquilino di turno ha infilato a tradimento ketchup perchè “tanto è rosso”, con una grattatina di grana diventa mangiabile. O il risotto fatto col Milchreis che scuoce appena a contatto con il calore. Oh ingrediente alchemico, oh falange di Mida! Sei riuscito persino, oh grana, a farmi inchinare davanti al pagano idolo asparago, che senza di te altro non è che un gommoso gambo dalla forma irriverente. Ma tu ben sai il mio fedele monoteismo caseario, quando pecco di Quark o di cremette spalmabili è solo per stringente necessità, mentre anelo alla Tua inarrivabile purezza!


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Quanto al secondo elemento del binomio, mi par chiaro: è “padano”. E come non amare le piatte, nebbiose, provincialissime lande natie, se non per aver dato i natali (più o meno) a questo oro biancastro? Con buona pace di Salvini, ora e sempre ribadisco: è l’unico padano che vogliamo.

Di Re Mida casearia falange
d’ogni pietanza fa’ gran portento
bianc’oro che ‘l core mio piange
ti cerco in ogni compartimento.
Alchemico Graal d’ogni espatriato:
sempre tu e tu solo sia lodato

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