Spartiti di Letteratura a Berlino: il workshop sul rapporto tra parole, suoni e immagini
di Mirea Cartabbia
“Perché si scrive?” è la domanda che chiunque abbia preso in mano un libro per piacere e non per dovere, si è posto almeno una volta nella vita. Jean Rostand (non) rispondeva così: Se si sapesse perché si scrive, si saprebbe allo stesso tempo perché si vive. Forse non c’è una vera risposta alla domanda, o comunque non ce n’è una che possa mettere tutti d’accordo, però appurato che si scrive e non se ne può fare a meno, perché non imparare qualche trucco del mestiere?
La scorsa settimana si è tenuto, come avevamo già anticipato qui, il workshop Spartiti di Letteratura, organizzato da Le Balene Possono Volare, un progetto che propone diversi laboratori ed eventi creativo-culturali e che cerca di mettere in contatto persone con potenziali interessi comuni, cercando così di creare una comunità.
A guidare il laboratorio c’erano Mattia Grigolo, il fondatore, ed i due membri del gruppo Spartiti, Jukka Reverberi e Max Collini, che si sono esibiti il giorno prima, in un bel concerto al Monarch di Kottbusser Tor. Il nome scelto per il workshop, Spartiti di Letteratura appunto, non è solo un tributo ai due ospiti ma è servito anche a chiarire molto bene quello che poi sarebbe stato il tema della serata: il rapporto parole-suoni-immagini.
I due artisti di Spartiti sono apparentemente molto diversi: Jukka è un musicista, chitarrista e curatore di effetti nei Giardini di Mirò ed in Crimea X, oltre che ovviamente in Spartiti; mentre Max è uno scrittore, anche se non gli piace essere definito tale, e voce degli Offlaga Disco Pax e di Spartiti.
Nonostante le diversità, sia a livello di formazione sia a livello artistico, o forse proprio grazie ad esse, il duo è riuscito a portare degli insegnamenti preziosi ai partecipanti del workshop. Non si è trattato di consigli “tecnici”, né da un punto di vista musicale, né da un punto di vista letterario, quanto di un vero e proprio racconto di esperienza vissuta. Infatti, ripercorrendo un po’ la loro vita e carriera, sono riusciti a comunicare delle esperienze e a fare emozionare i presenti: insomma sono riusciti in quello che dovrebbe essere l’intento della letteratura.
L’intervento un po’ più tecnico è stato riservato a Mattia Grigolo che ha invitato tutti a scrivere non solo con la vista, ma anche con tutti gli altri sensi e per farlo ha proposto l’ascolto, e successivamente l’ascolto con visione, di un brano. Inoltre, ha invitato a porre l’attenzione sulla differenza tra suono e rumore ed il condizionamento inevitabile per la scrittura che ne deriva dall’ascolto dell’uno o dell’altro.
Dopo cinque intense ore workshop, i partecipanti sono stati invitati a consegnare un testo ispirato ad uno dei brani scritti da Max, che verrà esaminato dallo stesso e da Mattia, e del quale non si esclude la possibilità di una pubblicazione.
Per essere informati sui workshop e tutte le iniziative di Le Balene possono volare potete consultare il sito oppure la pagina Facebook.