Berlino, il fotogiornalismo contemporaneo secondo World Press Photo
di Manuela Luise
La mostra World Press Photo 2015 è finalmente arrivata anche a Berlino. All’entrata della Willy Brandt Haus, dove le immagini vincitrici di quest’anno sono in mostra fino al 28 giugno, un pannello introduttivo conduce il visitatore in un viaggio visivo ed emotivo che attraversa 60 anni di straordinarie immagini giornalistiche. Un cambiamento significativo nella linea editoriale degli ultimi anni è evidente anche all’occhio meno esperto; la fatalità, la violenza e il dolore ritratti da James Nachtwey in Rwanda (1994) e Paul Hansena a Gaza (2013) sembrano lontani mille miglia.
Sebbene le immagini vincitrici di quest’anno rimangano tra le più intense ed iconiche, i soggetti sono ritratti in modo più intimo ed umano. Questo è stato ribadito da Alessia Glaviano uno dei membri della giuria di quest’anno: “Al giorno d’oggi numerose immagini di violenza vengono prodotte dai terroristi a fini propagandistici. La nostra risposta deve essere più moderata”. Passando in rassegna fotografie singole e storie, tra le immagini premiate nelle varie categorie (Sport, vita quotidiana, natura, ritratti, progetti a lungo termine, questioni contemporanei) la fotografia riconosciuta come icona dell’anno 2014 è un intimo ritratto di una coppia gay realizzato dal fotografo olandese Mads Nissen a San Pietroburgo in Russia. Due uomini condividono un momento di tenerezza in una stanza di hotel. La luce, la consistenza, le tonalità e la morbidezza dei contorni allineano questa scena ai dipinti rembrandtiani. Oltre ad essere notevolmente estetizzata, quest’immagine è anche fortemente politica. Jon ed Alex vivono in Russia, una nazione dove le minoranze sessuali affrontano quotidianamente discriminazioni legali e sociali, molestie e violenti attacchi d’odio da parte di gruppi nazionalisti e religioso-conservatori.
L’immagine vincitrice fa parte di un progetto più ampio dal titolo “Homophobia in Russia” realizzato da Nissen per l’agenzia fotografica Scanpix. Questo è un tema contemporaneo ed anche piuttosto universale. Nel 2011 l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) ha dato il via ad uno studio che mette in luce le discriminazioni e violenze perpetrate contro le persone sulla base del loro orientamento sessuale e la loro identità di genere. Secondo il rapporto pubblicato quest’anno, mentre alcuni progressi sono stati compiuti rispetto alla prima analisi, il quadro complessivo ritrae una realtà pervasa da molestie, abusi violenti e discriminazione a danno di lesbiche, gay, bisessuali, persone transgender e intersessuali (LGBT / I) in tutte le regioni. Si afferma che “ad oggi non è ancora presente a livello internazionale alcun meccanismo di tutela che abbia un approccio sistematico e completo della situazione dei diritti umani delle persone LGBT e intersessuali.”
Guardando le immagini vincitrici di quest’anno ci si potrebbe chiedere se il fotogiornalismo stia cambiando. Dalla consegna del primo premio nel 1955, World Press Photo è considerato uno degli attori più influenti nel definire e fissare gli standard delle immagini giornalistiche. “Quando penso al motto – WPP immagini che ispirano e cambiano il mondo – la mia personale interpretazione è che le immagini premiate hanno il potere di educarci all’empatia” ha detto Anaïs Conijn rappresentante della fondazione WPP in occasione dell’apertura della mostra a Berlino. Mentre molti ancora sostengono che la fotografia debba essere puro specchio della realtà, il premio di quest’anno dimostra quanto questo specchio sia anche un filtro utilizzabile in modo sottile e intenso per rappresentare questioni contemporanee e renderle universali.