Al Botanischer Garten, una cartolina da Rathaus Steglitz
In Toscana, con termine dialettale, la chiamano genericamente “carpiccia”.
È il muschio che cresce sui sassi di montagna e che a Natale, senza curarsi dei divieti, da molti viene staccato e raccolto per il Presepe. Facile, come scartare una caramella, si solleva dalla pietra e si presenta come un manto erboso su cui un pastore potrà riposare accanto a una pecorella, in attesa che Gesù nasca di nuovo sulla terra.
Ho sempre pensato che fosse tutta uguale, la “carpiccia”; un’erba soffice che cresce su un sasso, niente di più. E invece ecco, proprio all’ingresso del Giardino Botanico, scoprire che al mondo esistono così tante varietà di muschi, e alcuni paiono fragili stelle, altri germogliano in fiori gialli, sempre tenacemente attaccati alla roccia come è la cozza allo scoglio.
Si risveglia in questo luogo un desiderio di Natura, che dal muschio porta ai fiori e alle piante tutte, in un tripudio di colori in cui prevalgono i rossi, gli amaranti e i viola.
Ranunculus sceleratus, Paeonia anomala, Veronica beccabunga, Lotus uliginosus… sembra impossibile che la bellezza risieda in nomi tanto buffi eppure eccola là, disvelarsi persino in una famiglia di cactus.
Si potrebbe camminare per ore, qui, riconciliandosi con le piccole cose, dimenticandosi dei cellulari e di internet, di ogni ansia che normalmente ci affligge. Nelle serre, tra banani e baobab, a una temperatura di 24 gradi centigradi, si apre anche un corridoio di camelie e piccoli arbusti che sprigionano i profumi del Mediterraneo, e par quasi di essere a casa.
Bisogna pur essere da qualche parte ad aspettare che il giorno imbrunisca e dilegui.
Tanto vale, oggi, farlo qui, a pochi passi da Rathaus Steglitz e dal resto del mondo impaziente.
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*Questo post è stato pubblicato originariamente su Povera Ma Sexy – Postkarten aus Berlin, un progetto di Nora Cavaccini. Segui il progetto su Facebook.
Povera Ma Sexy – Postkarten aus Berlin è un “viaggio” fisico e letterario a Berlino. Un percorso che nasce dall’esperienza personale di chi scrive ma che, al tempo stesso, può rappresentare una via alternativa per scoprire la città. Per tutti coloro che, in un modo o nell’altro, ne subiscono il fascino. Berlinesi e non.
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