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Il fenomeno reggae Mellow Mood a Berlino: l’intervista esclusiva

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© Mellow Mood

di Roberta Del Ben

A Berlino sono sempre di più gli appuntamenti che vedono protagonista la musica made in Italy. La metropoli è una tappa fondamentale per chi organizzi un tour europeo sia che si parli dei più confermati nomi della scena indipendente italiana sia per le nuove sperimentazioni. Da una parte la sempre più grossa comunità italofona si è fatta un pubblico con una precisa domanda, dall’altra Berlino è un palco dove si respira ancora un’aria di molteplicità, come se suonare qui oggi sia anche sentirsi parte di un mondo che si evolve, in cui tutti abbiamo spazio e possiamo essere quello che vogliamo.

Quando però si parla di una band che ha scelto un preciso riferimento musicale con una lingua determinata e intrinsecamente internazionale, le cose si fanno ancora più interessanti.

Il 16 maggio niente di meno che allo YAAM potremmo vedere sul palco i MELLOW MOOD, band di origine pordenonese, che attraversando tutte le sfumature della musica reggae è riuscita a farsi apprezzare in tutto il mondo. Oltre alle numerose date italiane il gruppo si è esibito già più volte in Germania, in Polonia, in Sudamerica, in Messico, in Belgio, in Inghilterra, è una presenza sempre confermata al Rototom Sunsplash (il più grande festival europeo della musica in levare) e di recente si è fatta sentire e apprezzare anche in Jamaica, la culla della cultura rasta, dove il genere musicale ha preso le sue forme originali.

I Mellow Mood hanno all’attivo quattro album usciti per La Tempesta, registrati e prodotti da Paolo Baldini (Alambic Conspiracy, già produttore di Africa Unite, Tre Allegri Ragazzi Morti, ed anche delle più fresche novità in casa La Tempesta come The Sleeping Tree ed Erio).

Negli ultimi due album le collaborazioni con altri talenti italiani come Folrelock degli Arakwak, Adrew I (un altro friulano che sembra nato a Kingston) e internazionali tra cui le voci femminili che hanno fatto e faranno la storia della musica reggae come Tania Stevens, Jah9 e Hempress Sativa, arricchiscono le qualità dei suoni, rendendo le produzioni Mellow Mood complementari a quelle dei maggiori artisti reggae delle scene internazionali.

Abbiamo raggiunto la band per qualche domanda in attesa del concerto berlinese.

Come Mellow Mood nascete ormai una decina di anni fa, in formazione scolastica nella provincia di Pordenone. Contro il luogo comune secondo il quale per fare musica e per viverci è necessario spostarsi in città, pur viaggiando molto, voi rimanete di base a Pordenone. Berlino è invece la città dove un sempre maggior numero di giovani italiani viene a vivere, molti dei quali sognano anche un destino nel campo artistico e musicale. Che tipo di rapporto avete con la provincia e con le città?

Noi siamo cresciuti in provincia – e in campagna, e la provincia ci ha in un certo senso preservato dalla frenesia più tipica delle grandi città. Spesso la città è così piena che ci disorienta in uno spettro di possibilità tanto ampio. Questo ha fatto sì che i Mellow Mood nascessero anche come una fioritura spontanea rispetto a realtà preesistenti altrove: siamo nati svincolati da un background, da una scena. La campagna rimane la nostra dimensione ideale.. Forse perché siamo nati così.

Jacopo e Lorenzo siete gemelli di natura, e vi rivendicate quest’identità nell’album Twins e anche in 2theWorld. Anche questi ultimi due dischi sono tra loro gemelli?

Assolutamente sì! All’inizio TWINZ avrebbe voluto essere un doppio, ma abbiamo deciso di scinderlo in due capitoli e dislocare le uscite – mantenendole a breve distanza l’una dall’altra. Sono due album gemelli tant’è che contengono brani gemelli (Twinz/Twinz Invasion, Inna Jamaica/Inna Jamaica pt.2 etc). Riteniamo che però 2 The World sia più potente, non fosse altro perché ha avuto una gestazione di 10 mesi più lunga. Crediamo di esserci avvicinati di più a dove volevamo arrivare, come composizione e sonorità.

Come funziona il processo creativo in una coppia come la vostra e nel gruppo? Scrivete contemporaneamente?

Si scrive principalmente individualmente, quindi il primo momento creativo è abbastanza solitario. Poi si mettono le carte in tavola e si da forma alla canzone come poi la si suona, registra e ascolta.

Nell’ultimo album 2theWorld riuscite a suonare tutti i tipi di reggae in maniera eccellente. lovers, steppers, dancehall e l’Alborosie style.. E poi ci sono alcuni brani con delle note suol quasi pop: penso per esempio a Bun me Heart  ( e come Don’t leave I lonley dell’album precedente)… cosa ascoltate oltre al reggae? E come vi influenzano i generi non strettamente jamaicani?

Ascoltiamo un po’ di tutto in realtà, e all’interno della band ci sono “personalità musicali” molto forti e molto varie. Ascoltiamo tanta black music ma la cosa che prediligiamo in generale è senza dubbio la spinta melodica nella musica, in tutta la musica.

Prima di partire con questo tour siete stati in Jamaica. Sul vostro profilo Facebook avete girato dei video in cui conquistate il pubblico e avete dedicato già due brani – oppure due versioni dello stesso – all’isola. Cosa vi ha cambiato quell’esperienza come artisti principalmente reggae?

L’esperienza della Giamaica può fare due cose: o consolidare la tua passione o fartela abbandonare. Questo perché nonostante il reggae sia una musica del mondo, la Giamaica è il posto in cui andarla a studiare e a cercare di immergersi nella vita in cui questa musica è nata e si sviluppa tutt’ora. Ed è poi una conferma del proprio percorso; se il reggae che fai piace in Giamaica, piacerà altrove. Sull’isola si dice: “if yuh boss a Jamaica, yuh boss a foreign”

Il 16 Maggio suonerete allo YAAM, il locale storico berlinese per i ritmi in levare. Il pubblico sarà eterogeneo. Cosa vi aspettate da Berlino e cosa deve aspettarsi Berlino da voi?

Berlino è una grande città, un volano per la musica europea ed una meta ambiziosa per tutti i musicisti che ci suonano. Lo Yaam è un locale storico che ha ospitato i nomi più illustri della musica che amiamo… E fa un certo effetto. Allo stesso tempo ci aspettiamo di fare quello che facciamo ovunque: suonare e dare il meglio sul palco per fare un bel concerto.

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Photo by Max Cavallari

I biglietti del concerto sono disponibili n prevendita a 11,50 € presso la Libreria Mondolibro in Torstraße 159 oppure alla KoKa36 online al sito www.koka36.de o nella sede di Oranienstraße 29

Il biglietto direttamente all’ingresso (AK) sarò disponibile a 13€

 Il Mitte mette in palio due ingressi per chi risponde correttamente alle seguenti domande:

  1. Come si chiama il progetto solista di Giulio, bassista dei Mellow Mood?
  2. Chi è l’artista portoghese con il quale la band ha comporto il brano Inna Jamaica pt.1?
  3. Come si chiama l’album che Paolo Baldini ha pubblicato nell’autunno del 2014 per LaTempesta assieme ai Mellow Mood e a molti altri cantanti (Dub FX, Rawz, Forelock, Sr.Wilson,  Andrew I,)?

 

Le risposte vanno inviate all’indirizzo info@ilmitte.com entro giovedì 14 maggio 2015

 

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