La serie TV “Ecke Weserstraße”: cosa significa essere hipster a Berlino
Berlino è cool, Berlino è sexy, Berlino sta cambiando troppo negli ultimi anni, Berlino sta assorbendo le dinamiche capitaliste, a Berlino puoi vestirti come vuoi, la cosa bella di Berlino è che puoi lavorare poco perchè puoi vivere con poco, Berlino ti offre un sacco di cose da fare, dopo aver vissuto a Berlino non so se riuscirei vivere in una piccola città, Berlino è la capitale dei ristoranti vegani.
Si potrebbe continuare così per ore ed è facile capire perché: basta provare a trascorrere una serata con un qualunque berliner d’adozione ed è fatta. Entro il sessantesimo centilitro di Augustiner l’interlocutore tirerà fuori uno di questi argomenti o, nella migliore delle ipotesi, restringerà il campo di analisi concentrandosi in modo ben più specifico su un quartiere a scelta.
Pronti, su, via.
Neukölln è bellissima, Neukölln è piena di artisti, a Neukölln si respira un’aria diversa, Neukölln non mi piace molto perché è troppo hipster, Neukölln è il quartiere principe della gentrificazione, Neukölln è sempre vivo anche di notte, se devi aprire un co-working aprilo a Neukölln, i prezzi degli affitti a Neukölln stanno aumentando troppo, birretta a Neukölln?
E a proposito di birretta: volete altri 60 centilitri di Augustiner o meglio fermarsi?
Mi sa la seconda.
Ecco, tutte queste argomentazioni testè elencate, le potete trovare facilmente in“Ecke Weserstrasse”, una recente web series ideata e prodotta da Johannes Hertwig e Hayung von Oepen che si azzarda coraggiosamente in un territorio artisticamente pericoloso: l’Hipster di Neukölln e i suoi problemi quotidiani.
I protagonisti, ultraventenni mediamente benestanti e prossimi alla disillusione, si dimenano in party e vernissage colorati, incontrandosi e scontrandosi tra un fallimento quotidiano, una sbronza deprimente e la ricerca di un lavoro nel settore generico della creatività.
Il futuro non c’è, o forse c’è ma qui dal presente non è comodo raggiungerlo.
L’impianto narrativo è piuttosto classico, sebbene aggiornato con l’ultima versione 4.0 delle tendenze giovanili, e i dialoghi risultano abbastanza fedeli al vero nonostante le frequenti incursioni di sottotesti autoironici mirati probabilmente a desacralizzare il mito hipster.
Sapientemente divulgato attraverso i medium prediletti sia dalle generazioni protagoniste della diegesi nonché dai fruitori ipotetici del suddetto prodotto culturale, “Ecke Weserstrasse” è un ritratto decisamente fedele della vita velocissima e stilosa della gioventù berlinese. Nonché un affresco non di certo confortante della socialità nevrotica e superficiale di questa metropoli: una città in cui puoi sì sentirti libero sì, ma anche e fin troppo spesso solo.