Una cartolina da Pappelplatz, Mitte – “Ragazzi”

Photo by Me in ME
Pappelplatz photo
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di Nora Cavaccini*

Che stia arrivando la primavera lo sanno quei ragazzi laggiù.
Quelli là, che si attardano con lo skateboard e le Bmx, quelli che hanno appena quattordici anni e che si sono dati appuntamento in Pappelplatz, in questa fetta di terra che contiene un campetto da basket e 4 pedane, stretta tra un cimitero a sinistra e una statua che si chiama Der Geldzähler (il contatore di soldi) a destra.
Come la riva fa placida con il fiume, così questa piazza lambisce l’Invalidenstraße, proprio di fronte alla fermata del tram, il quale, intanto, va avanti e indietro ogni dieci minuti che passano, e si ferma, sosta, poi comincia a riprendere in velocità di nuovo, sferragliando.
Tale fanno quei ragazzi laggiù, pronti a lanciarsi in picchiata contro superfici spigolose, ripide, dopo una pausa iniziale, dopo l’attimo di quiete in cui sembrerebbero fermi i loro respiri.
Ecco, partono. Mirabili acrobazie, e salti e lazzi, e spesso capitombolano a terra, si rialzano come fossero di gomma, poi cadono di nuovo.
Ma che importa?
È la vita a quell’età irriflessiva, forte e animale, non ha coscienza della vulnerabilità.
È un’età in cui si può anche cadere, sbucciarsi un ginocchio. Chissenefrega.
Non sarà questo a togliere il succo alle cose, anzi.
Tra qualche mese, quando lo sciabordio degli skateboard scandirà le ultime ore del giorno, quelle che dileguano nel rosa, i ragazzi si vedranno costretti a prendere l’ultimo tram loro malgrado, un poco a testa bassa, solo perché si deve farlo.
Qualche autorità morale – la mamma, la polizia all’angolo – verrà loro a ricordare che lì non si può più stare, è ora di cena. E questa piccola frustrazione, che impone una sottomissione al comando, risveglia una memoria antica – la campanella che annuncia la fine della ricreazione, la voce che dice di uscire dall’acqua – e tutti i suoni continui e sommessi che annunciavano inesorabilmente la fine del gioco, e quella del giorno.
Il tempo dell’infanzia è oggi una piccola scatola arrugginita che giace pure lei da qualche parte laggiù, in Pappelplatz, tra un cimitero, una pedana e un giardino di rose.

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*Questo post è stato pubblicato originariamente su Povera Ma Sexy – Postkarten aus Berlin, un progetto di Nora Cavaccini. Segui il progetto su Facebook.

Povera Ma Sexy – Postkarten aus Berlin è un “viaggio” fisico e letterario a Berlino. Un percorso che nasce dall’esperienza personale di chi scrive ma che, al tempo stesso, può rappresentare una via alternativa per scoprire la città. Per tutti coloro che, in un modo o nell’altro, ne subiscono il fascino. Berlinesi e non.

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