F/12.2: una mostra per i ventanni della collezione DZ Bank

Foto by Costanza Sartoris
Foto by Costanza Sartoris
Foto by Costanza Sartoris

Bannerino_FrancoforteFrancoforte – Le mostre da vedere a Francoforte sono sempre molte. Tra le altre, se vi capita di passare nel quartiere della stazione non esitate a compiere una piccola deviazione per vedere la mostra f/12.2 visitabile ancora per un paio di settimane presso l’Art Foyer della DZ Bank.

La DZ Bank colleziona arte legata al mondo della fotografia, e avendo compiuto da poco vent’anni di attività, ha deciso di celebrarli con l’esposizione f/12.2. Il titolo fa riferimento al premio insituito dalla banca che offre all’artista vincitore una sponsorizzazione di durata annuale di € 1000 al mese per realizzare un progetto artistico non ancora avviato. In occasione del ventennio di attività la banca ha deciso di premiare non uno, ma due artisti.

È così che, una volta superata la ripida scalinata che caratterizza lo spazio dell’Art Foyer, si possono osservare i lavori di Ulrich Gebert e Andrej Krementschouk e degli altri tre fotografi candidati. Entrambi i vincitori presentano progetti di documentazione.

Gebert espone diverse serie di opere tutte incentrate sul tema del rapporto uomo-animale. Il fotografo ritiene infatti che il comportamento che l’uomo adopera nei confronti della specie animale sia fondalmentalmente uguale a quello che instaura con gli altri esseri umani. Egli lavora solitamente con immagini fotografiche trovate in libri e cataloghi che rielabora con varie tecniche: è il caso di Life Among Beats G, un’opera composta da tre istantanee raffiguranti azioni compiute da uomini nei confronti dei maiali. La serie principale è però UR un lavoro che documenta l’esistenza di una speciale razza di buoi un tempo estinta e successivamente ricreata tramite incroci durante l’epoca nazista. Il tema della razza era molto sentito in quel periodo, pertanto era importante dimostrare la propria superiorità riportando alla luce quel mitico animale puro e possente. Gebert dopo essere venuto a conoscenza di questi fatti storici si reca di persona nei luoghi dove si sono svolte le ricerche e, trovandosi di fronte ad alcuni esemplari dei mitici buoi ancora viventi, si sente in dovere di testimoniare la loro esistenza tramite fotografie scattate di persona.

Foto by Costanza Sartoris
Foto by Costanza Sartoris

Krementschouk espone invece due serie di istantanee intitolate Outiside-Inside: la prima sequenza illustra la trasformazione di una catapecchia in un ristorante, mentre la seconda mostra scene di vita quotidiana e festosa all’interno della catapecchia della prima serie. In Inside il fotografo ritrae una serata passata in compagnia di un gruppo di senza tetto in Russia, che si sono adattati a vivere in una capanna mezza distrutta. L’anno successivo Krementschouk decide di tornare a far visita a queste persone scoprendo come durante l’inverno un incendio abbia distrutto il luogo e ucciso tutti gli abitanti della baracca tranne uno e di come ora il terreno sia stato acquistato per costruirvici un ristorante. Sconvolto dalla notizia il fotografo decide di documentare la trasformazione avvenuta. Outside mostra come un luogo, prima caratterizzato da povertà e miseria, possa diventare lussuoso. Il progetto di Krementschouk non è ancora concluso in quanto vorrebbe ora conoscere e fotografare i nuovi inquilini e proprietari del ristorante per mostrare l’enorme diferenza sociale che intercorre nel popolo rurale russo.

Le altre opere esposte sono di Alexandra Bamgartner, Robert Voit e l’italiano Valerio Spada. Alexandra Bamgartner presenta dei collage sperimentali con cui indaga in modo surreale l’inconscio collettivo. Robert Voit mostra una serie di nature morte in bianco e nero che costituiscono un erbario di fiori finti. Infine Valerio Spada documenta con uno stile quasi felliniano la triste azione della Camorra nelle zone limitrofe a Napoli.

f/12.2 sarà aperta fino al 7 marzo dal martedì al sabato dalle 11 alle 19 presso l’Art Foyer della DZ Bank, l’ingresso è gratuito.

Costanza Sartoris

P.S. Se questo articolo ti è piaciuto, segui Il Mitte Francoforte su Facebook!