Metti una sera a cena, a Berlino, dal Cavaliere Mannozzi
di Alessandro Brogani
Metti una sera a cena. Si potrebbe prendere a prestito il titolo di un famosissimo film della fine degli anni ’60 di Giuseppe Patroni Griffi per definire il modo in cui iniziò un evento che è diventato oramai un vero e proprio cenacolo italo-tedesco, ovvero gli “Incontri berlinesi” del Cavaliere Massimo Mannozzi.
Come spesso accade le idee migliori maturano a tavola. Così nel 1990 si ritrovò, assieme a Mannozzi, un gruppetto di giornalisti, scrittori ed intellettuali italiani, proprio intorno ad un tavolo del suo ristorante. Lì nacque l’idea di voler condividere quell’esperienza, che intendeva riunire le eccellenze italiane, nei più disparati campi, con il popolo tedesco.
«Da Massimo -mi racconta Roberto Giardina, cofondatore dell’evento, nonché decano dei giornalisti italiani in Germania e scrittore di libri di successo – ho visto passare l’intellighentia italiana ed internazionale. Ad esempio da lui conobbi la più famosa spia del mondo, Markus Wolf (agente segreto tedesco-orientale, vicedirettore del Ministero per la Sicurezza di Stato della Repubblica Democratica Tedesca, nonché figura ispiratrice di molti romanzi di John Le Carrè)».
In effetti a scorrere l’elenco delle personalità di fama internazionale transitate per le mura del suo locale c’è da rimanere a bocca aperta: cantanti, musicisti, scultori, pittori, attori, scrittori, giornalisti, politici ed intellettuali in genere. Ci si perde a vedere le foto di quanti hanno preso parte agli incontri.
Quest’anno l’evento, coordinato dalla giornalista Cristina Cipolletta, si è arricchito del premio Massimo Mannozzi rivolto a nostri connazionali, al massimo 45enni e non residenti a Berlino da oltre 10 anni, assegnato da una giuria composta da personalità italiane, del mondo della cultura e non, residenti a Berlino da più di 20 anni.
Il vincitore, premiato dallo stesso Roberto Giardina, è stato il giovane giornalista-scrittore e fotografo d’origine calabrese Emilio Esbardo, trasferitosi a Berlino nel 1999. Al vincitore è stata consegnata una copia di bronzo ed in scala della statua dell’artista toscano Giampaolo Talani, intitolata Partenza, il cui originale, alto ben tre metri e mezzo, sarà ufficialmente inaugurato il prossimo 25 febbraio a Washingtonplatz davanti l’Hauptbahnhof.
Un altro toscano come il Cavaliere, precisamente di Arezzo, amava e proteggeva intellettuali, artisti e scrittori; si chiamava Gaius Cilnius Maecenas, meglio conosciuto come Mecenate. Il tempo era un altro (I secolo a.C.), ma la terra d’origine era la stessa: evidentemente buon sangue non mente.