Tugçe, una tragedia a Offenbach

Una veduta della città di Offenbach. Foto © Stadt Offenbach am Main/ Flickrs / CC BY-SA 2.0

Bannerino_FrancoforteOffenbach – Oggi Mercoledi 3 dicembre, migliaia di cittadini parteciperanno ai funerali di Tugçe Albayrak, la giovane studentessa morta in seguito a un’infame aggressione nel parcheggio di un fast-food, avvenuta a Offenbach am Main lo scorso 15 Novembre.

Tugçe si trovava nello stesso fast-food alle prime ore del mattino con alcune sue amiche. Andando in bagno si è accorta che alcuni ragazzi stavano molestando due giovani ragazze. In quel momento, senza tergiversare, Tugçe ha preso le difese delle due ragazze, attirando l’attenzione anche degli altri clienti. Messi alle strette, i codardi hanno abbandonato il ristorante. Non è ancora chiaro agli inquirenti cosa sia successo in questo frangente; Tugçe e le sue amiche, hanno deciso di lasciare il fast-food, una volta terminata la loro colazione, ignorando probabilmente che le attendeva una vendetta. Arrivata al parcheggio la giovane è stata colpita con un pugno al volto. Il colpo è stato fatale; Tugçe è caduta al suolo, colpendo ulteriormente il capo a terra, la conseguente emorragia celebrale ha avuto conseguenze irreparabili. Dopo una settimana in coma, la giovane è stata dichiarata clinicamente morta e dopo due giorni – il 28 novembre, giorno del suo ventitreesimo compleanno – sono stati spenti i macchinari.

Avremo il garbo di evitare analisi sociologiche, psicologiche, politologiche o di qualsiasi altra specie e ci riserviamo la decenza di non produrre riflessioni sul “come certi casi si possano evitare”. Non c’è assolutamente niente da spiegare, e non si puó tanto meno migliorare la preparazione a questi casi. La storia di Tugçe va semplicemente raccontata. Gli antichi per questo tipo di eventi avevano un genere particolare: la tragedia. Nelle tragedie gli eventi hanno un moto strano, si posizionano in una sequenza paradossale e allo stesso tempo terrificante. Gli eventi tragici non hanno rimedio, hanno solo poesia e canto; i protagonisti del tragico non sono eroi ma cadono negli eventi. Tugçe era una studentessa, voleva diventare insegnante, in un bagno trova un branco di codardi che molestano delle ragazze, che potenzialmente potrebbero essere sue future alunne: come può accettarlo? Non puó, la sua passione per la giustizia è troppo forte, molto piú forte della paura della violenza del branco. Bastano gli occhi passionali di Tugçe per metterli in fuga, ma sono sempre ancora un branco di codardi e attaccano in un parcheggio. Probabilmente volevano solo intimorirla, intimorirle di non impicciarsi. Ma il tragico è in moto, il colpo è fatale, Tugçe cade, non c’è niente da fare. Un brivido lungo la schiena, la voglia di spaccare qualcosa, di urlare quella lacerazione dell’animo: non è giusto.

La passione di Tugçe è tuttavia ancora viva, vivissima, da alcuni giorni le piazze della Germania, da Offenbach a Berlino, passando per Stoccarda, Francoforte, Gießen sono piene di ragazzi che rendono omaggio al coraggio di Tugçe: il coraggio di non stare zitti, il coraggio di scandalizzarsi difronte all´ingiustizia. Tugçe vivrà ancora nei corpi che riceveranno i suoi organi, donati dalla sua famiglia, nel momento in cui per la vita singolare della propria bambina era calata la notte.

Non poteva essere altrimenti, una vita tanto tragica quanto bella, deve in qualche modo continuare a vivere.

Ruggiero Gorgoglione


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