Basta sprechi: ecco i siti tedeschi per la sharing economy

© Alan Levine / CC BY-SA 2.0
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di Paola Moretti

Stiamo vivendo un momento storico, in Occidente, caratterizzato dalla sfiducia verso le istituzioni e di scetticismo verso le grandi compagnie; siamo nell’era del social, della community. Stiamo cominciando a realizzare che il modello economico con cui abbiamo vissuto fin ora, forse non funziona molto bene.

La rivoluzione tecnologica, paventata come causa principale di isolamento e alienazione, ci sta mettendo tutti in contatto. Una più sviluppata coscienza ambientale e una rinnovata fiducia nel prossimo, hanno sconvolto l’approccio dei consumatori al mercato economico.

È così che sono nate piattaforme e movimenti di condivisione, prestito, scambio e upcycling. E accanto alle già famose Foodsharing, che permette di dare via cibo che non si riuscirà a consumare, piuttosto che farlo andare a male, e Mitfahrgelegenheit, che mette in contatto persone per viaggiare condividendo spese del carburante e posti macchina, ce ne sono molte altre per svariati bisogni quotidiani.

Se ti serve una macchina per andare a prendere i tuoi genitori all’aeroporto, che sono arrivati con valigie piene di Parmigiano e salumi da Norcia, puoi affittare la macchina del tuo vicino tramite Carzapp. Hai l’armadio che esplode di vestiti, ma non hai nessuna voglia di farti la levataccia di domenica mattina per trovare un posto al Mauerpark? Mädchenflohmarkt e Kleiderkreisel sono il corrispondente virtuale.

Quando tu e il tuo ragazzo avete rotto l’anno scorso, lui si è portato via la cassetta da carpentiere e tu non hai neanche un cacciavite in casa: su Frents trovi qualsiasi utensile da prendere in prestito. E se arrivano i tuoi amici e non hai voglia di spendere un capitale in biglietti della metro per fare sightseeing con loro, Bikesurf è il servizio di bike-sharing gratuito a Berlino.

E poi, ancora, My Little Big Swap / Einfach Kind, per scambiare giochi e vestiti da bambino: Raummobil, il corrispondente per oggetti di Mitfahrgelegenheit, che comunica anche disponibilità di cantine e box per immagazzinare i propri averi.

Ad ogni necessità corrisponde una piattaforma tramite la quale trovare gente che la offre gratis, in cambio di un altro servizio o di un prezzo equo. Che lo si faccia per ammortizzare i costi dell’assicurazione di una macchina che si utilizza poco, per non buttare cose solo perché non le si usano più, o per non viaggiare a mezzo carico, la parola d’ordine dalla sharing economy è: “basta sprechi”.