La ruspa senza pietà dell’ABG distrugge un altro simbolo degli anni ’70: addio Batschkapp

Foto © Elwedritsch / Wikimedia Commons / CC BY-SA 3.0
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Bannerino_FrancoforteFrancoforte – C’era una volta una Francoforte sul Meno che se ne infischiava delle banche, che amava gli alberi e odiava l’aeroporto, che voleva lavorare poco e ballare tanto. In questo mondo sospeso tra il passato e il fantastico, dove i ragazzi creavano rockclub e centri culturali autogestiti, un posto divenne leggenda: Das Batschkapp. Termine della lingua dell’Assia che significa “coppola” o, se preferite, cappello con visiera.

Questo leggendario club si trovava in Maybachstraße 24, nei pressi della fermata S-Bahn di Erschenheim. Circa un anno fa, nel dicembre 2013 il Batschkapp si è spostato nella nuova sede, sita in Gwinnerstraße 5 nel quartiere di Seckback. La vecchia sede è stata rilevata dalla municipale cittadina ABGHolding che, tanto per cambiare, a breve inizierà la demolizione. Al posto del fu Batschkapp, la dove c’era una rockband, sorgerà un nuovo complesso edilizio.

Certo, il Batschkapp continua a esistere, continua a essere uno dei club più noti e cool di Francoforte, ma per tanti il Batschkapp sarà sempre e soltanto quello lì, quello che non ci sarà più. Fondato nel 1976, quasi trent’anni di musica e cultura in un posto senza insegne luminose; un graffito sulla parete esterna vi indicava che eravate lì sulla soglia della leggenda, davanti al Batschkapp.

In questo luogo il giovane militante rivoluzionario Joschka Fischer incontrava i suoi amici per ascoltare musica e discutere di politica, quando ancora la rivoluzione non era un tabù. Su quel palco, che tra qualche giorno sarà polvere si sono esibiti artisti di fama internazionale quali Lenny Kravitz e i R.e.m., in questo posto, i ragazzi europei e i francofortesi ebbero la chance di ascoltare Kurt Cobain e i suoi Nirvana e di comprendere la rivoluzione del Grunge. Kurt non era Mick Jagger, la sua leggenda fu un lampo o un colpo, niente seconde chance. A oggi ci sono francofortesi che espongono la foto di Kurt a Francoforte, al Batschkapp.

Certo, il destino del vecchio Batschkapp era già segnato non appena la ABG Holding ci mise le mani sopra. Demolizione e ricostruzione, niente spazio ai sentimenti, alle emozioni. Certo sarà una ricostruzione biosostenibile, cosi Joschka sarà contento. Negli occhi della holding è solo un vecchio edificio con un graffito. Chi se ne frega del grunge e dei Nirvana, questa è la cittá dei banchieri, dei manager che hanno bisogno di nuove e superaccesoriate zone residenziali.

Un mio amico antico – odio la parola vecchio, abbiate pazienza – che da bimbo vide e visse Francoforte ridotta in macerie per le bombe mi racconta spesso: “I bombardamenti hanno distrutto molto meno delle demolizioni”. Gli anni ’60 sono già scomparsi, ora è il turno degli anni ’70. La Turm è già caduta, a giorni sarà il turno del Batschkapp.

Sicuramente fra qualche mese riceveremo l’invito di un’artista che ci mostrerà le istantanee del vecchio Batschkapp nelle sue notti magiche e nei suoi attimi prima del decesso. Verranno a visitarla gli impiegati, forse anche qualcuno della ABG, dopo una lunga e stressante giornata di lavoro, vedranno una foto di Cobain in mezzo a giovani arrabbiati, istantanee di un mondo sospeso tra passato e fantastico, quando Francoforte era meta dei pellegrinaggi del rock, un mondo troppo debole per resistere alla ruspa. Adieu antico Batschkapp.

 Ruggiero Gorgoglione

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