Berlino, una città fondata sul crowdfunding? Ecco le idee più originali
Quella tra Berlino e il crowdfunding è una storia di passione, entusiasmo e qualche delusione: la capitale tedesca è una delle patrie europee della raccolta fondi, foriera di cocenti sconfitte e di grandi successi.
Come quello di Panono, la macchina fotografica sferica che sulla piattaforma Indiegogo nel gennaio 2014 ha stabilito il record di progetto più finanziato tra quelli nati a Berlino, raccogliendo quasi un milione di euro.
O come quello di Original Unverpackt, il supermercato senza imballaggi né confezioni che ha portato in cassa oltre 100mila euro, riuscendo ad inaugurare già pochi mesi dopo la conclusione della campagna.
Per che tipo di progetti i berlinesi cercando più spesso la via del crowdfunding? Soprattutto dischi, libri, mostre fotografiche, film, cortometraggi e documentari: anche qui, l’arte resta nel DNA dei cittadini della Hauptstadt.
Tra l’azzardo e il genio
Sfogliando siti e piattaforme dedicate, dalla tedesca Startnext all’americana Kickstarter, scopriamo però che non c’è limite alla fantasia.
A cominciare da Separeé, il magazine erotico per sole donne ideato da Janina Gatzky e Ute Gliwa che promette «racconti frivoli, idee ispiratrici, interviste penetranti» e cerca di raggranellare 15.000 euro in 37 giorni.
Interessante anche AirFy, che ci permetterà di controllare in modo “intelligente” la nostra casa attraverso lo smartphone. AirFy ha già raccolto i 20mila dollari richiesti e sta continuando ad accettare contributi, promettendo ai più generosi persino una “notte di follia” al Berghain con gli sviluppatori della app.
Ma c’è anche chi prova lo strumento del crowdfunding per scopi meno ambiziosi, ma non per questo meno importanti: come il musicista di strada che vorrebbe acquistare un nuovo amplificatore, dato che il suo ha smesso di funzionare.
E non mancano nemmeno i progetti lodevoli: come quello di Gutta Soles, azienda che produce calzature con gomma riciclata proveniente dal Ghana e che aiuta le comunità locali a svilupparsi economicamente, offrendo lavoro nelle aree rurali.
Infine, un po’ di spazio anche a chi sta provando a “sostituire” lo stato con il crowdfunding, come il berlinese che vorrebbe sperimentare il reddito di cittadinanza, raccogliendo i soldi dalla comunità: un progetto ambizioso e (forse) irrealizzabile, di cui vi avevamo parlato qui.
Perché a Berlino, almeno nelle intenzioni dei suoi abitanti, le vie del crowdfunding sono infinite.