Wim Wenders racconta la sua Berlino: tra gentrificazione, bar e cavalli

Wenders alla Berlinale 2011 (© Siebbi / CC BY 3.0)
Wenders alla Berlinale 2011 (© Siebbi / CC BY 3.0)

Wim Wenders ha parlato a cuore aperto della sua città adottiva, Berlino, analizzandone i cambiamenti e le trasformazioni subite nel corso degli ultimi decenni.

Il regista è stato intervistato dal Guardian a proposito del suo rapporto con la capitale tedesca, dove Wenders ha ambientato uno dei suoi film più celebri: “Il cielo sopra Berlino”.

«Nessuna città del mondo ha dovuto reinventarsi in modo così drammatico quanto Berlino, negli ultimi anni», ha detto. «È cambiata costantemente. Nel mio quartiere c’è un palazzo in cui sopra qualcuno ha scritto “Un tempo, questa casa si trovava in un altro Stato!”. Credo che questo dica quasi tutto quello che c’è da dire».

Interpellato sul processo di gentrificazione che sta colpendo la città con conseguenze economiche e sociali anche gravi, il regista ha spiegato: «Considerati i cambiamenti che ho visto in prima persona a New York, Parigi e Londra, non credo che quello che sta avvenendo a Berlino sia altrettanto grave».

Anche se alcuni quartieri, come Mitte, sono oggi «inondati di turisti». Il 69enne ha raccontato: «L’altro giorno ho visto la prima carrozza trainata da cavalli in Linienstrasse, e mi sono trovato costretto a schivare la merda dei cavalli con la bicicletta, quindi ho capito che stiamo senza dubbio diventando una nuova Central Park».

Tra gli argomenti toccati nell’interessante intervista condotta da Chris Michael, anche i luoghi preferiti da Wenders: «Amo la Clärchens Ballhaus di Auguststrasse. Anche se ora è diventata immensamente popolare, conserva ancora la sua originalità e l’atmosfera. Il mio bar preferito è dall’altra parte della strada, si chiama in modo appropriato “Meine Bar”. Un tempo si chiamava “Ici”…».

Il cambiamento ha anche aspetti positivi, secondo il regista: «Charlottenburg sembrava destinato a diventare noioso e antico, ora invece il Kurfürstendamm si sta riprendendo, e quella parte della città, in particolare attorno a Savignyplatz, sta tornado alla moda».

Qui l’intervista integrale.

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