Arte e Cultura

Sogni in fiore e radici robuste: gli italiani all’estero nelle fotografie di Maria Silvano

Elena Fontanari small
Da “Ramificazioni”, di Maria Silvano

Quando lasciamo l’Italia per trasferirci all’estero portiamo con noi le nostre radici, lanciandoci verso un futuro ancora tutto da scrivere, in cui spesso la nostalgia per quello che ci siamo lasciati alle spalle si acuisce con il tempo.

È questo il filo rosso che ha guidato Maria Silvano, fotografa originaria di Venezia e residente a Berlino, nella realizzazione del suo nuovo lavoro Ramificazioni, che Il Mitte vi presenta in anteprima.

«Prima di lasciare l’Italia ho scelto ponderatamente gli scatoloni da portare con me, pensando che prima o poi avrei avuto bisogno di quel maglione piuttosto che di un altro: “La mia vita sono due valigie e sette scatoloni”, “la mia dodici e tre”, “la sua due e uno”, “Ho una valigia di fotografia ed una moca di tristezza”», racconta Maria.

Elena Veronese small
Da “Ramificazioni”, di Maria Silvano

Gli oggetti materiali rappresentavano il segno di un’appartenenza che, però, «si scontrava giornalmente con il desiderio di poter partire in qualsiasi momento, di sentirmi slegata». Così la decisione di trasferirsi: destinazione Berlino. Una città diversa, una nazione diversa.

«Volevo recidere le mie radici ma è proprio partendo, scontrandomi con una cultura nuova, che quelle radici sono tornate più che forti che mai», racconta oggi Maria.

Il suo lavoro si compone di 8 immagini realizzate con un gioco di sovrapposizioni tra fotografia analogica e digitale. Ogni immagine è accompagnata da un testo di riferimento nel quale il soggetto fotografato racconta la propria storia di migrazione: i sogni e le speranze legate alla volontà di cambiare paese, le difficoltà linguistiche e d’integrazione, i problemi del quotidiano.

Enrico Lossavio small
Da “Ramificazioni”, di Maria Silvano

Il lavoro fotografico è accompagnato da una traccia sonora (ascoltabile facendo play qui) nella quale le voci dei soggetti fotografati si sovrappongono le une alle altre: problemi di pronuncia ed inflessioni linguistiche si compongono a creare una foresta di voci.

«Abbiamo radici profonde, lontane. Abbiamo desideri e voglia di veder fiorire le nostre speranze» racconta Maria, che collabora abitualmente in veste di fotografa con il laboratorio per le arti e per il pensiero Stazione di Topolò – Postaja Topolove, con il centro universitario di Klagenfurt UNIKUM e con il festival Balkabarna di Barcellona.

I flussi migratori di quest’Europa senza confini non sono in fondo molto diversi da quelli del secolo precedente: c’è lo stesso sogno di fortuna», spiega. «Partendo dalla mia esperienza personale ho cercato un modo per dare forma alle sensazioni che mi hanno tanto segnata nell’arco di questi ultimi due anni».

Nel settembre 2013 ha esposto una delle sue opere presso la galleria DADA POST a Berlino e nel giugno 2014 i suoi lavori sono stati esposti con la mostra personale EACH BOX IS A WISH presso la galleria Raum Für Drastische Maßnahme.

Ecco alcune delle fotografie che compongono il progetto “Ramificazioni” (potete ammirare il lavoro integrale a questo indirizzo).

Pietro Simcic small
Da “Ramificazioni”, di Maria Silvano
Marina Caramagno small
Da “Ramificazioni”, di Maria Silvano
Cosimo Miorelli small
Da “Ramificazioni”, di Maria Silvano
Gulia Borri small
Da “Ramificazioni”, di Maria Silvano
Lisa Filippini small
Da “Ramificazioni”, di Maria Silvano

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