Povera ma Sexy – “Nel settembre”

© Fulvio D'Alessio / CC BY ND 2.0
© Fulvio D'Alessio / CC BY-ND 2.0
© Fulvio D'Alessio / CC BY ND 2.0
© Fulvio D’Alessio / CC BY-ND 2.0

di Nora Cavaccini*

Qui l’agosto è andato così.
Che c’erano i turisti, la gente che lavorava nei bar e nelle pizzerie, e noi che rimpiangevamo lo sciabordio sugli scogli.
E già tutti a ricordare che può fare freddo, che può tornare il grigio, la pioggia…
L’Italia si fa bella di paesaggi su Facebook e noi, invece, qui.
Però poi, vedi, una volta messo piede in città già non te ne vorresti più andare.
Che Berlino è un po’ mignotta e senza sapere come, ti ha subito raggirato.
Che nel frattempo c’è una mostra alla Martin Gropius da vedere, la birretta nel kneipe da prendere, il club al sabato sera; c’è la lingua da sfidare di nuovo, impervia, e le soddisfazioni da ottenere su ogni singola parola ritrovata nella memoria; c’è qualche edificio bizzarro da visitare, un concerto da sentire, una cena vegana da provare; c’è il tram che arzigogola lento e la bicicletta da slegare nel cortile di casa.
Ci sono tutte le idee che ci vengono in mente. C’è del lavoro, ancora, da fare.
E in questo adagio si è già arrivati, amico mio, al settembre.
Vedrai allora che bello: i colori, le foglie cadere, e il riprendere progettuale di ogni cosa.

Naviga la mappa per foto e informazioni sui luoghi che hanno ispirato il racconto.

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*Questo post è stato pubblicato originariamente su Povera Ma Sexy – Postkarten aus Berlin, un progetto di Nora Cavaccini. Segui il progetto su Facebook.

Povera Ma Sexy – Postkarten aus Berlin è un “viaggio” fisico e letterario a Berlino. Un percorso che nasce dall’esperienza personale di chi scrive ma che, al tempo stesso, può rappresentare una via alternativa per scoprire la città. Per tutti coloro che, in un modo o nell’altro, ne subiscono il fascino. Berlinesi e non.

Ogni post è costituito da un breve un racconto. A ogni racconto è associata una mappa. Qui, cliccando sugli indicatori, comparirà una descrizione. Si tratta di informazioni “turistiche” che non mirano ad essere esaustive ma a collocare meglio il racconto nei luoghi che lo hanno ispirato.

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