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La Fernsehturm. La torre della televisione: storia e segreti del simbolo più amato di Berlino

di Vincenzo Guzzo*

È  indubbiamente il simbolo di Berlino: la Fernsehturm, con i suoi 368 metri di altezza, è visibile pressoché da ogni luogo della città, rendendo facile orientarsi anche ai visitatori meno esperti. Non a caso la Torre della Televisione, come è conosciuta in italiano, resta l’edificio pubblico più alto d’Europa. Visitato, ogni anno, da oltre un milione di turisti.

Ubicata in prossimità di Alexanderplatz, la torre venne costruita nel 1966 nell’allora Berlino Est come supporto per le antenne televisive. In realtà, la sua edificazione ebbe anche motivi politici: si voleva creare un nuovo simbolo socialista che evidenziasse la potenza tecnologica della DDR e che potesse essere visto anche da Berlino Ovest.

Fernsehturm canva
Foto: Christian Lue on Unsplash

In cima alla torre, raggiungibile tramite due ascensori che percorrono una corsa di 200 metri in circa 40 secondi, vi è un camminamento circolare interno che permette di avere una meravigliosa vista a 360° su tutta Berlino. Ampie vetrate, che caratterizzano tutta la circonferenza del camminamento, permettono di identificare in un unico colpo d’occhio la skyline della città.

Al piano superiore trova invece posto un caratteristico ristorante girevole, che permette ai suoi fruitori la possibilità di “visitare” Berlino girando intorno al fulcro della torre. Il piano rotante effettua un giro completo in 30 minuti.

I primi progetti della Fernsehturm risalgono agli anni ‘50: l’idea iniziale va attribuita a Hermann Henselmann, noto architetto della DDR, autore di numerosi interventi edilizi per abitazioni (vedi nostro precedente articolo sull’architettura della DDR).

L’ipotesi iniziale fu successivamente rielaborata dall’allora ufficio VEG (IPRO) ed infine rivista dal preside dell’accademia di architettura Gerhard Kosel.

L’inaugurazione avvenne il 3 ottobre 1969, a pochi giorni dal 20° anniversario della Repubblica Socialista, alla presenza dell’allora Presidente Walter Ulbricht.

Fernsehturm canva pro
Foto: Reyazul Haque on Unsplash

Le caratteristiche di progetto della Fernsehturm

Molta importanza fu data alle opere di fondazione dell’intera struttura; il terreno (a Berlino particolarmente sabbioso) non permette di eccedere con i carichi, motivo per cui le opere di fondazione hanno sicuramente avuto un ruolo di massima importanza.

Il “fusto”, alto 200 metri, è realizzato interamente in cemento armato. La base è larga 16 metri e si restringe in sommità a circa 9 metri. In sommità trova invece sede la “sfera”, interamente costruita in vetro e ben 140 pannelli di acciaio. Al suo interno sono presenti la bellezza di 7 livelli.

Proprio la sfera ha comportato i maggiori problemi di montaggio: le immense strutture portanti in acciaio vennero issate in sommità e posizionate tramite dei cavi di acciaio. Basti osservare le numerosissime immagini fotografiche che testimoniano l’immane lavoro degli addetti in cantiere.

Infine alla sommità venne posta l’antenna televisiva, dai colori rosso e bianco, che da sola ha un altezza di 118 metri.

Fernsehturm canva pro
Foto: Yan Ots on Unsplash

Curiosità e retroscena

Pur nella sua imponenza la torre oscilla: infatti l’antenna si muove di circa 50 centimetri dal suo asse verticale, l’area bar di 15 cm. Un fenomeno statico importantissimo, che perette all’edificio di non collassare su se stesso.


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È convinzione comune che la torre sia alta 365 metri, come i giorni dell’anno; tale dato fu personalmente voluto da Walter Hulbricht. In realtà l’altezza complessiva dell’antenna è di 368 m.

Quando il sole colpisce la sfera d’acciaio, un simbolo a forma di croce appare sulla carena. Un “effetto collaterale” che non era stato previsto in fase di progettazione e che, per questa ragione, ha preso il nome Rache des Papstes, la vendetta del Papa.

Per molti, infatti, la croce simboleggiava una vendetta divina contro l’“arroganza” dei sovietici, che vollero costruire un edificio tanto alto da sfidare il cielo.

Fernsehturm
Foto: Waldemar on Unsplash

Tra i soprannomi che i berlinesi hanno affibbiato alla Torre nel corso degli anni, c’è quello di Telespargel, gioco di parole con Spargel (“Asparago”): chiaramente un riferimento ironico alla peculiare forma dell’edificio.

Una curiosità meno architettonica: se vi capitasse di mangiare al ristorante “Telecafè” non potete non assaggiare il Berliner Kalbsleber (tipica specialità Berlinese). Un piatto buonissimo!

L’arch. Vincenzo Guzzo, titolare dello Studio Guzzo, da anni si occupa di progettazione architettonica. Da tempo è inoltre specializzato in recupero del patrimonio esistente e progettazione di edifici ecosostenibili. Il suo studio è presente anche a Berlino.
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