Dalle fattorie del Kenya al record del mondo: Denis Kimetto domina la Maratona di Berlino
Fino a sei anni fa, Dennis Kimetto lavorava come contadino in una delle zone rurali più povere del Kenya occidentale. Oggi è l’uomo-copertina, in grado di frantumare ogni precedente record della maratona, con il tempo di 2 ore, 2 minuti e 57 secondi.
L’incredibile risultato – è la prima volta nella storia che un uomo scende sotto il limite delle 2 ore e 3 minuti – è stato ottenuto ieri pomeriggio a Berlino, durante la 42esima edizione di quella che è conosciuta come «la maratona più veloce del mondo».
Kimetto ha battuto il connazionale Emmanuel Mutai e l’etiope Abera Kuma, lasciandosi alle spalle oltre 40mila corridori che erano partiti con lui da Straße der 17. Juni, nel cuore del Tiergarten. Nulla da fare per Wilton Kipsang, il keniano che proprio qui, nel 2013, aveva fatto registrare il precedente record.
E pensare che il nuovo detentore, il trentenne Dennis Kipruto Kimetto, ha cominciato a correre a quasi venticinque anni d’età. Il suo esordio nella maratona è stato proprio a Berlino nel 2012, dove il keniano aveva già fatto parlare di sé: nessun debuttante era mai stato veloce quanto lui (2:04:16).
Nel 2013 Kimetto, che proviene dalla città di Eldoret, vera e propria fucina di maratoneti di talento, aveva già vinto la maratona di Tokyo e quella di Chicago, facendo registrare i record delle competizioni. Un vero e proprio asso, in grado di dominare su ogni terreno.
Kimetto è cresciuto in una comunità rurale, dando una mano ai genitori tra i campi e la fattoria. «Credo che sia grazie alle mie umili origini che oggi sono un combattente», ha spiegato. «Cerco di fare sempre del mio meglio in modo da poter aiutare la mia famiglia».
In una giornata di sole, Berlino ha accolto la maratona portando sulle strade circa un milione di spettatori. Uno spettacolo unico, che ha circondato anche la manifestazione femminile, dove a farla da padrone è stata l’etiope Tirfi Tsegaye (2:20:18) davanti alla connazionale Feyse Tadese (2:20:27).
Tra le donne non c’è stato però il tanto atteso record del mondo, da undici anni nelle mani della campionessa britannica Paula Radcliff (2:15.25 ottenuto a Londra nel 2003).