Italiani a Berlino: la vecchia immigrazione vista dalla nuova
di Valerio Bassan
(twitter @valeriobassan)
Di cosa la vecchia immigrazione pensi di noi, “ultimi arrivati”, ne abbiamo parlato su queste stesse pagine pochi giorni fa.
Gli interessanti contributi di Elettra De Salvo, Ruth Stirati e Massimo Mannozzi mi hanno spinto ad indagare anche in direzione opposta, rigirando la domanda di partenza.
Cosa ne pensano i nuovi italo-berliner dei loro predecessori, quelli arrivati già da qualche anno e quelli che si sono stabiliti qui quando ancora Berlino era divisa dal Muro?
Per chi vive una vita rigorosamente offline, ecco un disclaimer necessario: nei vari gruppi dedicati agli italiani a Berlino su Facebook (su tutti Forum: italiani a Berlino), non è raro osservare le diverse generazioni scontrarsi a colpi di domande, e soprattutto risposte, al vetriolo. Il ritornello è sempre lo stesso: quando qualcuno in cerca di casa o lavoro a Berlino chiede informazioni ai connazionali più “anziani” ottiene in cambio critiche pungenti.
Non succede sempre – fortunatamente, le eccezioni sono numerose – ma è un atteggiamento diffuso. Pare quasi che quelli che sono arrivati e si sono già sistemati non vedano di buon occhio chi cerca di mettere radici a Berlino dopo di loro. I più agguerriti non sono tanto i rappresentanti dell’immigrazione novecentesca, quanto piuttosto quelli che vivono a Berlino dai primissimi anni 2000, quando la capitale tedesca non era ancora the place to be. Sono alcuni di loro ad arrogarsi, non si capisce bene il perché, una specie di “diritto di prelazione” sulla città.
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Behhh… i “vecchietti italiani” a Berlino NON hanno diritto ad arrogarsi nulla in città… Berlino è aperta a tutti… anzi… complimenti a chi prova qui a viversi una nuova vita o a volerla continuare migliore rispetto a dove stava prima…