Dalla Valcamonica a Berlino, l’arte “glocale” di Case Sparse diventa una mostra
Dalla Valcamonica a Berlino, Where is the familiar? è una mostra collettiva che esplora lo spazio di prossimità tra un luogo e una potenziale comunità.
A partire dall’edizione 2014 di Case Sparse | Tra l’Etere e la Terra, una residenza artistica che si svolge dal 2012 a Malonno (BS) in Valcamonica, la mostra presenta il paese attraverso le azioni degli artisti invitati nel mese di luglio 2014 a produrre opere site specific permanenti per il luogo.
Elisabetta Falanga, Giuseppe Fanizza, Marco La Rosa, Orestis Mavroudis e Seiji Morimoto, durante il periodo di permanenza a Malonno, ne hanno esplorato l’identità per le sue accezioni sociali, storiche e immaginarie, lavorando in stretta relazione con la comunità locale. La mostra presenta i processi relazionali che hanno portato gli artisti a confrontarsi con il paese, analizzando lo spazio di prossimità che si crea con un luogo in parte sconosciuto.
La mostra, curata da Marta Ferretti, si terrà alla galleria GlogauAIR di Glogauer Straße dall’1 al 5 settembre 2014. Il vernissage è fissato per l’1 settembre dalle 18 in avanti, con una performance dell’artista Seiji Morimoto alle ore 20.
Prossimità indica una condizione non solo d’intimità e familiarità nell’avvicinarsi, ma anche nel distaccarsi da un luogo: un processo che implica una negoziazione costante della propria soggettività. Cosa significa dunque essere familiari, e dove, in termini spaziali e temporali, possono essere situati i processi che permettono di abitare un luogo, per quanto temporaneamente, sono le principali domande alla base della mostra che avvicinerà il pubblico a un potenziale dialogo con Malonno.
Attraverso lo status di documento, le tracce in mostra sono in grado di testimoniare differenti possibilità di azione, e allo stesso tempo di innescare nuovi immaginari su Malonno. Ogni lavoro contribuisce a presentare il luogo per un suo aspetto peculiare, frutto del processo di familiarizzazione dell’artista con il paese.
Orestis Mavroudis, in Anniversario Temporaneo, si è confrontato con un evento che ha segnato l’identità della comunità celebrandone il suo anniversario; l’opera De che M’en vo di Giuseppe Fanizza mappa e attiva alcuni dispositivi locali di sorveglianza, mettendone in luce l’ambigua funzione di controllo e allo stesso tempo di protezione.
Marco La Rosa, attraverso il filtro della propria soggettività in Senza Titolo, 2014, restituisce al paese un monumento in scala ridotta delle architetture che hanno segnato il suo rapporto con il paese. Elisabetta Falanga ha lavorato sull’immaginario della montagna e sulla sua dimensione di perpetua fissità, completando con il titolo del lavoro, Quel prato è il mio tormento e la mia misura, benché io non sia mai stato un uomo verde, un cambiamento di prospettiva che assimila il profilo del corpo umano a quello naturale delle creste montuose.
Infine Seiji Morimoto presenta ora a Berlino una performance frutto del suo intervento, La prossima primavera sarà felice, nei boschi di Malonno. Lì l’artista ha installato dei dispositivi che rimangono in attesa di essere abitati dai volatili rendendo viva l’installazione.
Completano la mostra una foto di gruppo degli abitanti del paese chiamati a raccolta porta a porta da Monica Carrera e Francesca Damiano, artiste e organizzatrici di Case Sparse, e i video di Fatima Bianchi, documentazioni degli interventi di ideazione e realizzazione delle opere.
Ne risulta un’immagine eterogenea, che restituisce un paese solo apparentemente isolato in una valle tra le montagne, in realtà aperto verso l’esterno attraverso i viaggi e le migrazioni dei suoi abitanti, le relazioni economiche in valle, e non ultima la presenza della residenza.
La mostra è concepita dunque come un invito aperto per trovare una comunità che voglia gemellarsi con Malonno, rintracciando tra i documenti presenti similitudini e suggestioni comuni che possano portare alla condivisione di esperienze e di saperi.
L’obiettivo è discutere le strategie di produzione e condivisione della conoscenza messe in atto all’interno del sistema residenza, che porta gli artisti a radicarsi in luoghi non familiari e allontanarsene a fine residenza. Identificare alcune priorità dei luoghi permette di riconsiderare l’arte come un bene comune, il cui obiettivo è in sé politico, ma anche culturale in termini di libero accesso alla conoscenza e alle risorse comuni.
Gli artisti di Case Sparse (qui la pagina Facebook) stanno infatti contribuendo alla creazione di una collezione pubblica, che prende forma nell’arco delle tre edizioni del progetto, e che appartiene alla comunità locale. Gli abitanti di Malonno dall’essere anonimi spettatori, diventano attori attivi dell’arena pubblica, dove è possibile discutere distanze e obiettivi dell’arte insieme ad artisti e curatori.
Where is the familiar?
1 – 5 settembre 2014
inaugurazione 1 settembre h 18 – 22
di Case Sparse
GlogauAIR
Glogauer Str. 16,
10999 Berlino