Guida Germania

A Berlino il lavoro è un’impresa: bar, ristoranti e negozi degli italo-berliner

Giulia e Andrea di Brio Café
Giulia e Andrea di Brio Café (© Joseph Pearson)

di Valerio Bassan
(twitter @valeriobassan)

goethe-institut-logoAndrea e Giulia sono giovani, simpatici e bravi. Nella Graefestraße, a Kreuzberg, li conoscono tutti: per la loro cordialità, certo, ma soprattutto per quello che combinano in cucina. Dietro ai fornelli di Brio Café, infatti, la coppia di romani sforna ogni giorno piatti e “piattini” buonissimi, rivisitando la tradizione italiana e unendo attenzione particolare alla qualità degli ingredienti e ai dolci, la specialità di Giulia. Il loro ristorante, aperto a Berlino nel luglio 2013, inizialmente sarebbe dovuto nascere a Roma.

«Ma lì proprietari e agenzie immobiliari ci guardavano con grande sospetto, vedendoci giovani e alla prima esperienza imprenditoriale», mi raccontano. «Tratte le dovute conclusioni abbiamo così deciso di impacchettare tutto – coltelli da cucina, passini, termometri, libri di ricette e quant’altro – e siamo “tornati” a Berlino, mantenendo una promessa fatta a noi stessi dopo l’esperienza lavorativa di un’estate risalente al 2009». 

Il “made in Italy” a Berlino

Anche Andrea e Giulia fanno parte di quella nutrita schiera di italiani che ha deciso di aprire a Berlino una propria attività commerciale: ristoranti, bar, enoteche, negozi di artigianato e moda. Il tutto, ovviamente, all’insegna del “made in Italy”. I ragazzi di Brio hanno chiaro il perché della loro decisione: «Di Berlino ci piace tantissimo il clima – quello che creano i suoi abitanti, non quello meteorologico – e l’idea di “provarci” in una città dove la gastronomia è in crescita».

Attualmente, stanno lavorando duramente per fare funzionare il loro progetto: il brunch domenicale è un grande successo, durante la settimana bisogna cercare di attirare qualche cliente in più: «La definizione “piccoli imprenditori” rende decisamente l’idea: ci sentiamo su una piccola barca, con il mare un po’ mosso, che è quello della vastissima concorrenza. Perlomeno qui a Berlino è “leale”. Fra le nuove generazioni di migranti italiani, partiamo tutti con le stesse chance».
La burocrazia tedesca gli ha dato una mano: «Far partire l’attività è stato davvero semplice! I tempi sono stati ridottissimi. Nel nostro caso, un mese circa». 

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