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Le istituzioni italiane in Germania: l’Ambasciata d’Italia a Berlino

© italiagermaniablog / CC BY 2.0
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di Alessandro Brogani

einwandererBene, siamo d’obbligo arrivati a contattare la parte “istituzionale” dell’Italia presente in Germania. Quali sono le autorità che rappresentano il nostro Paese e che hanno per “dovere” quello di gestire in qualche misura questo fenomeno d’immigrazione? Certamente l’Ambasciata, attraverso i suoi Uffici preposti, i Consolati, i Com.it.es (di cui abbiamo già accennato prima), gl’Istituti di cultura ed i partiti politici più rappresentativi sul territorio.

Le istituzioni: l’Ambasciata

A capo della Sezione Affari Sociali e Coordinamento Consolare è il Consigliere Massimo Darchini. Lo incontro nel suo ufficio in un mattino dei primi di luglio.

Il Consigliere mi conferma che il mercato del lavoro tedesco è maggiormente accogliente nelle regioni del sud della Germania, mentre nel biennio 2012-2013 l’incremento maggiore di nostri connazionali immigrati si è registrato a Berlino (6,20%, il più alto dell’intero Paese). Le maggiori problematiche sono le stesse delle quali abbiamo già parlato: in primis la lingua, che in maggioranza i nuovi arrivati non parlano, con l’aggravante spesso di una cattiva conoscenza dell’inglese.

Dunque Consigliere, stando così le cose, cosa fanno le Istituzioni italiane per dare supporto a quanti decidono comunque di trasferirsi?
Nel 2012 fu firmato a Napoli un accordo tra l’allora Ministro del Lavoro italiano Fornero e quello tedesco Ursula von der Leyen oltre ai due Ministri per l’Istruzione, che prevede la possibilità per i giovani di entrambi i Paesi di fare esperienze lavorative pratiche in aziende, durante il ciclo degli studi. Se, alla fine di tale periodo di praticantato, le esperienze sono state positive da entrambe le parti, gli accordi prevedono che la persona possa rimanere a lavorare in quell’azienda. Ciò crea un collegamento immediato del mondo del lavoro con i giovani. Purtroppo, questo è vero, funziona ancora per numeri limitati di giovani. Il Ministero ha comunque continui contatti con la Bundesagentur für Arbeit (Agenzia Federale tedesca per il Lavoro) che ha la sua sede centrale a Norimberga. Sono molto attivi nella collaborazione, e l’Ambasciata dal canto suo provvede attraverso i Consolati a creare occasioni per iniziative di questo tipo nei diversi Bundesländer (i 16 stati tedeschi).

Quali sono i maggiori mezzi di divulgazione d’informazione messi a disposizione per quanti cerchino notizie?
Oltre l’Ambasciata ed il suo sito internet, recentemente rinnovato, ci sono i Com.it.es. (Comitati italiani all’Estero, in Germania ce ne sono 13), c’è il CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, organo del Ministero degli Esteri).Entrambi questi organismi sono in attesa di vedere un rinnovamento delle cariche direttive.

[© Jens-Olaf Walter / CC BY NC 2.0]
Jens-Olaf Walter / CC BY-NC 2.0]

La percezione che si ha però di questi Organi è quella di essere leggermente più orientati alle vecchie generazioni d’immigrati di cui sono stati, almeno in passato, diretta espressione.
Si, forse questo in parte è vero, ma molti si danno molto da fare; ad esempio quelli di Monaco, Berlino, Dortmund e Colonia (collaboratori questi ultimi due alla stesura della guida presente sul sito dell’Ambasciata).

L’Ambasciata si pone come Ente intermediario fra le esigenze concrete dei cittadini, ad esempio la perdita del diritto all’assistenza sanitaria nazionale una volta che ci si registra all’A.i.r.e. (cosa questa per altro causa in molti casi di rinuncia alla regolarizzazione), e si diventa angemeldet (registrato presso i Municipi tedeschi)?
La legislazione in merito in molti casi è carente, è vero, ed è perfettibile, ma se il connazionale regolarmente angemeldet ha necessità che non è riuscito a risolvere con le Autorità locali, le assicuro che viene seguito dal Consolato per la risoluzione del problema. Ovviamente dipende da problema a problema. Ci sono proposte di legge per riformare i Com.it.es. ed i CGIE, inoltre vengono costantemente tenuti i rapporti con il Ministero degli Esteri trasmettendo istanze che, come lei può ben immaginare, non sempre, per varie ragioni parlamentari, vengono tradotte in legislazione. Nel 2013, in parte su iniziativa dei Com.it.es., è stato distribuito un questionario, che garantiva l’anonimato, a quanti venissero in Consolato. Vi si chiedeva proprio la soddisfazione, di quanti l’hanno voluto partecipare al sondaggio, in merito ai servizi ricevuti, chiedendo in caso negativo di esporne le ragioni. C’è da tener presente che dal 2009 i fondi ed il personale per l’Ambasciata ed i Consolati in Germania sono stati notevolmente ridotti, causando la chiusura di alcuni di questi ultimi.

Un’ultima domanda: a parer suo le autorità tedesche sono sufficientemente sensibili alle esigenze d’integrazione delle altre comunità straniere presenti sul territorio?
Quello che le posso dire, a livello istituzionale, è che la Bundesagentur für Arbeit è molto collaborativa. In particolare il responsabile delle relazioni esterne, Michael van der Cammen, che si trova a Norimberga. Un anno fa, al momento della sua nomina, ha chiamato i responsabili delle Ambasciate di sua competenza per stabilire più di un incontro sul tema del lavoro e dell’immigrazione. La Germania penso che sia un Paese che, più di altri, ha molto da insegnare in tema d’inserimento, termine quest’ultimo che senz’altro preferisco a quello d’integrazione. L’unica cosa che chiede è che sia tutto il più possibile fatto in regola, proprio per il fatto che è cosciente che la piaga del lavoro nero è purtroppo presente anche sul suo di territorio. Spesso anche all’interno del mercato lavorativo tedesco.

> Nel quinto capitolo andiamo alla scoperta delle dell’Istituto italiano di Cultura, con intervista ad Aldo Venturelli: leggilo qui

Questo articolo fa parte dell’inchiesta “Einwanderer – L’immigrazione italiana (e non solo) in Germania” realizzata da Alessandro Brogani nel luglio 2014. Clicca qui per leggere la prefazione e sfogliarla capitolo per capitolo.

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