Berlino, l’alba di una rinascita economica spinta da terziario e digitale

© Viktor Rosenfeld / CC BY SA 2.0
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Arrivano buone notizie per la capitale tedesca: l’economia berlinese è entrata nel 2014 con una decisa curva ascendente, favorita dallo stabile sviluppo del mercato interno. Il settore terziario si è ampliato notevolmente, portando con sé un aumento nelle cifre di occupati; il turismo continua nel suo trend positivo, l’industria si è rafforzata e mostra margini di crescita per i mesi a venire.

I dati provengono dal rapporto sull’economia berlinese per il primo quadrimestre 2014, condotto e pubblicato dall’IBB -Investitionsbank Berlin (istituto di credito per le piccole e medie imprese). Lo studio analizza il volume d’affari complessivo dell’industria manifatturiera ed edile, le cifre legate al turismo, gastronomia e commercio al dettaglio, per poi passare ad una panoramica sulla fondazione di nuove aziende e infine ai loro effetti congiunti sul mercato del lavoro.

La situazione del settore secondario rimane precaria. In confronto a città come Stuttgart o Wolfsburg (conglomerati urbani sviluppatisi pressoché in simbiosi con i quartieri generali di–rispettivamente- Daimler e Volkswagen), Berlino non può certo definirsi un prosperoso centro industriale. Neppure la presenza di grandi aziende come Siemens (che produce qui turbine a gas) e BMW basta ad incidere significativamente:  i proventi dell’industria berlinese non costituiscono che un decimo del volume d’affari nel Land.

Ma il settore che davvero trascina la crescita, come sottolineano i ricercatori dell’IBB, è quello terziario. Trasporti, mercato immobiliare, telecomunicazioni, centri di ricerca, informatica hanno infatti registrato un aumento dei profitti nonché un notevole incremento dell’occupazione.

È in particolare nella branca del digitale che si sono fatti i maggiori passi avanti: a partire dal 2005 le iniziative in questo campo sono state numerosissime. Basti pensare ai Laboratori di innovazione della Deutsche Telekom, oppure il neonato progetto di Factory a Mitte, che secondo alcune previsioni, dovrebbe creare fino a 100.000 nuovi posti di lavoro entro il 2020.

Il mercato del lavoro vede rispecchiarsi questo trend positivo, anche se la situazione dei disoccupati da lungo tempo (i beneficiari dell’Hartz IV, per intenderci) non sembra migliorare: le aziende in espansione aprono infatti le loro porte più facilmente ai neo laureati. Ma una popolazione in continuo aumento e un settore turistico in straordinaria salita (il numero dei pernottamenti nella città è previsto raggiungere i 30 milioni entro la fine dell’anno), contribuirà forse ad alleggerire il problema.

«La richiesta di lavoro si muove ad alti livelli», afferma Cornelia Yzer, Ministro per l’Economia, «ed è in continua espansione. A Marzo la percentuale di occupati ha raggiunto il 2,7% (pari a 32.000 nuovi contratti siglati), quando la media nel resto della Germania è di appena l’1,6. E anche per la restante parte del 2014 ci aspettiamo risultati altrettanto incoraggianti».

Sebbene sia facile restare affascinati da tali cifre e da tale ottimismo, bisogna però ricordare che Berlino continua ad essere preoccupantemente in ritardo rispetto al resto del Paese; questi progressi vanno dunque letti tenendo ben presente le particolari congiunture storico-politiche che si sono intrecciate nella città e ne hanno completamente smobilitato la struttura interna.

La strada da fare è ancora molta e, come sottolinea la stessa Yzer, ci vorranno ancora anni prima che la città possa recuperare un ruolo di primo piano nell’economia tedesca ed eguagliare una Londra o una Parigi nel loro ruolo di capitale politica ed economica al contempo.