GEMA, Google Maps e cavi internet: i tre dilemmi tecnologici di Berlino
“Tutti a Berlino” è la guida indispensabile per prepararsi alla Deutsche Vita nella capitale tedesca. In questa rubrica i due autori, Gabriella di Cagno e Simone Buttazzi, proporranno alcuni utilissimi estratti in esclusiva per Il Mitte. Il manuale (lo potete acquistare qui) vi spiegherà come affrontare e risolvere i nodi cruciali della vita a Berlino, dalla registrazione anagrafica alla ricerca della casa, dall’assistenza sanitaria alle prospettive di lavoro, dall’accesso al welfare fino al conseguimento della cittadinanza. Indirizzi, modulistica, consigli pratici: il tutto a portata di agile consultazione.
7. Berlinerd: tre inciampi tecnologici
Inciampo numero uno: la GEMA e YouTube
«Siamo spiacenti, questo video non è disponibile nel tuo Paese perché potrebbe contenere musica per la quale non abbiamo accordi sulle condizioni di utilizzo con GEMA». Questo messaggio scorante, unito a un emoticon con la bocca serrata di traverso, è pane quotidiano per chi abita in Germania e ha (ancora) l’abitudine di ascoltare la musica via YouTube. GEMA è un colosso che gestisce i diritti d’autore, su territorio tedesco, di moltissimi artisti internazionali. Quindi ha pieno diritto di oscurare qualsiasi video utilizzi anche solo parzialmente un brano dei suoi assistiti. Col risultato che su YouTube, nella terra dove lo ja rintrona, è pressoché impossibile ascoltare brani originali di nomi assai noti. Al massimo si accede a qualche registrazione live di basso livello, a cover misconosciute o a pesanti remix. Com’è ovvio, esistono trucchi software per aggirare l’ostacolo, privilegiando ad esempio altre piattaforme di cui YouTube funge solo da «mirror». Il classico trucco è simulare una navigazione Internet in altri Paesi con l’aiuto di un add-on per Firefox come Stealthy, ma infinite sono le vie dell’indole piratesca (nel senso dei Piraten)… aggiungendo che in tempi di Spotify, la logica del juke-box a costo zero sta soppiantando quella del video. E precisando che scaricare, ormai, è roba da primi anni Duemila o da barbarie sud-europea. Pena ricevere lettere da avvocati – a volte anche farlocche: occhio agli errori grammaticali in stile mail-spamming! – con la richiesta di centinaia di euro di multa. Nel qual caso non scomponetevi e chiedete assistenza legale dietro l’angolo.
Inciampo numero due: Google Maps
A partire dal 2010, centinaia di migliaia di cittadini tedeschi si sono ribellati alla «mappatura» dal vivo ordita da Google mediante il servizio Street View. Il passaggio delle automobili dotate di speciali videocamere non è andato giù alla fetta più indignata della popolazione, già furiosa per i provvedimenti presi nel 2007 dall’allora ministro degli Interni Schäuble in tema di sconfinamenti nella sfera privata digitale delle persone. Un numero impressionante di cittadini ha compilato l’apposito formulario, chiedendo e ottenendo che la propria abitazione venisse oscurata su Street View, tant’è che il gigante di Mountain View ha archiviato il progetto su suolo tedesco, limitandolo alle grandi città. Il risultato è un panorama berlinese internettiano in cui i vuoti e i pieni, i dettagli e le pixelisation si alternano rispecchiando, di fatto, la bizzarra crescita urbanistica della città.
Inciampo numero tre: I cavi della DDR
La DDR è ancora tra noi… sottoterra, almeno. Uno degli ultimi progetti tecnologici della Repubblica Democratica morente, datato estate 1990, riguardò l’introduzione di cavi telefonici ottici in fibra di vetro – detti OPAL – che vennero deposti anche in varie zone di Berlino Est. E in gran parte sono ancora al loro posto. Questi cavi hanno un difetto che nel corso del tempo si è rivelato fatale: sono incompatibili con la tecnologia DSL e quindi impediscono la classica fruizione di Internet a mezzo allacciamento telefonico. Prima di sistemarsi in un appartamento dell’Est berlinese è quindi consigliato informarsi sulla presenza o meno di questi cavi. In caso positivo, niente panico: si può comunque accedere alla rete mediante la presa «multimediale» della tv, stipulando se si vuole un contratto solo dati. Commovente, in questo ambito, l’esperienza del provider Maxxonair, che per poco più di un lustro ha tentato una strada «radio» alla copertura internettiana sul territorio della Germania orientale. La dotazione clou della clientela Maxxonair era un’antennina piazzata con le ventose fuori dalla finestra, nella «general direction» (come direbbe John Cleese) del più vicino ripetitore. Servizio molto economico ma anche molto ballerino, reso eroico dall’ambizione di colmare questo gap tecnologico regolarizzando i tanti tentativi degli anni andati di mettere il web alla portata di tutt* (Kieznetze e relativi simboli vergati col gessetto sui marciapiedi), Maxxonair ci ha lasciati, inconsolabili, nell’autunno del 2013. Ora l’agone si è spostato sul piano politico, ma l’exploit a due cifre dei Piraten alle elezioni berlinesi del 2011 rischia di passare alla storia come una goliardata elettorale priva di conseguenze concrete.
TUTTI A BERLINO: INFORMAZIONI UTILI
Tutti a Berlino, pubblicata da Quodlibet, non è una guida turistica.
È un manuale di sopravvivenza per tutti gli italiani che un bel giorno maturano l’idea di affacciarsi per qualche tempo o addirittura di trasferirsi nella capitale della Germania, metropoli a misura d’uomo e sulla bocca di tutti. Con qualche raccomandazione, però. A Berlino si pensa in tedesco, lo si parla alle poste, in banca, nei negozi e agli sportelli, e vige un sistema meno intuitivo di quel che sembra. Tutti a Berlino si propone di prendere per mano i migranti europei degli anni Duemila e di condurli attraverso una selva di formulari, prospetti e cartigli di varia natura, passando per gap culturali e falsi amici. E se proprio si ha voglia di mettere le radici nella città che il sindaco Klaus Wowereit ha definito «povera ma sexy», questo libricino spiega anche come diventare cittadini tedeschi. Armati, va da sé, di santa pazienza e mostruosa disciplina.
Altre informazioni sul sito ufficiale di Tutti a Berlino. Per acquistare una copia fisica del libro, potete rivolgervi alla Libreria Mondolibro di Torstraße, a Mitte.
GLI AUTORI.
Gabriella Di Cagno (Bari, 1961) ha studiato e vissuto a Firenze, dove si è occupata di musei, biblioteche, editoria. Ha compiuto la sua relocation a Berlino nel 2007 e qui ha intrapreso varie attività imprenditoriali e commerciali. Nel tempo libero che finalmente è riuscita a ricavare si dedica alla fotografia e alla scrittura per passione.
Simone Buttazzi (Bologna, 1976) si è trasferito a Berlino nel 2006 e dal 2008 abita in uno splendido Plattenbau. Nel giro di sei anni è riuscita a diventare tedesca, visto che per via del suo nome di battesimo – sbattezzo nonostante – viene tuttora apostrofata con l’appellativo di «Frau». Vota molto volentieri e si guadagna da vivere traducendo libri.