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Povera ma Sexy – “Improvisation”

© chris grabert / CC-BY-SA-2.0
chris grabert / CC BY-SA 2.0]
di Nora Cavaccini*

Gli studi televisivi Filmpool stanno qualche civico più in là, dopo gli uffici della Coca Cola e dopo la scritta Universal, quella che di notte si specchia sul fiume, gigantesca.
Al piano terra stanno la reception, un bar, dei monitor silenziosi che trasmettono le News, e un ragazzo con la maglietta troppo attillata che distribuisce numeri identificativi e un copione da leggere, rigorosamente in tedesco.
Lo hanno dato anche a lei.
Da quel che ne capisce, al casting dovrà interpretare una donna che ha perso il lavoro, che non sa più come sbarcare il lunario, che è stata lasciata dall’uomo della sua vita e che si ritrova a litigare con la sorella invece sempre tanto perfetta.
Una signorina spiega che darà le battute dietro la telecamera; vige una sola parola d’ordine: IMPROVISATION. La signorina si esibisce anzi a titolo esemplificativo in una prova di bravura, e passa dall’incazzatura di gettare una borsa a terra, agli occhi lucidi di chi ha celato finora una grande tristezza. Improvisation, ripete. Non importa se parlerete in italiano, ma dovete comunicare quello che sentite.
Quando arriva il suo turno, lei non se lo fa ripetere due volte.
In un batter d’occhio si ritrova a dare ripetutamente della stronza alla signorina, tutto d’un fiato, e a dire che, sì!, ha perso il lavoro, ma che lei certo non può afferrare, non può capire, cosa significhi quell’umiliazione, e il ritrovarsi senza sapere come andare avanti, pure con tutti quei titoli alle spalle, di master, università, e chi più ne ha più ne metta, ridotta a distribuire volantini per la strada, o a fare un provino senza senso sperando di essere presa come comparsa in chissà quale stupida fiction, e sola, sì, sola, perché anche lui se ne è andato.
La signorina incede con le battute, parlando in tedesco, senza capirla, e lei lì ad incalzare, in un italiano aggressivo, automobilistico, che non ammette repliche, urlandole contro la sua disperazione, la sua paura, con tutto il corpo concentrato a esprimere quella verità… Improvisation.
Dura dieci minuti, questo gioco.
Poi la signorina fa un cenno con la mano, spegne la telecamera, sorride, dice: Sehr gut, eine gute Darstellung. Le faremo sapere.
Lei allora torna per strada, lambisce il fiume, guarda ancora la scritta Universal specchiarsi gigantesca nell’acqua.
Infondo si è sfogata, anche se per finta.

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* Questo post è stato pubblicato originariamente su Povera Ma Sexy – Postkarten aus Berlin, un progetto di Nora Cavaccini. Segui il progetto su Facebook.

Povera Ma Sexy – Postkarten aus Berlin è un “viaggio” fisico e letterario. Un percorso che nasce dall’esperienza personale di chi scrive ma che, al tempo stesso, può rappresentare una via alternativa per scoprire la città. Per tutti coloro che, in un modo o nell’altro, ne subiscono il fascino. Berlinesi e non.

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