Visti temporanei e stop ai sussidi: la Germania vorrebbe limitare l’immigrazione dall’UE
Introduzione di un visto temporaneo per i lavoratori disoccupati, restrizioni di accesso agli aiuti statali, verifiche e controlli sui liberi professionisti. Il governo di Angela Merkel sta vagliando una serie di limitazioni rivolte agli immigrati disoccupati provenienti dagli altri paesi europei.
Le proposte sono contenute all’interno di un rapporto stilato da una commissione istituita dalla stessa Cancelliera nello scorso gennaio, e rappresentano la “risposta” del governo alla crescente preoccupazione verso l’immigrazione in arrivo da Bulgaria e Romania, i cui cittadini possono – dal primo gennaio 2014 – circolare liberamente all’interno dell’Unione Europea.
CDU e CSU, i due partiti conservatori che insieme detengono la maggior parte dei seggi parlamentari, stanno cavalcando il tema “allarme-immigrati” già da tempo; l’arrivo di migliaia di disoccupati in Germania preoccupa economicamente soprattutto a livello dei singoli Länder, come ha spiegato il ministro degli Interni Thomas de Maizière.
Il rapporto, che sarà finalizzato a giugno, propone un limite massimo di residenza di tre o sei mesi per coloro che cercano lavoro in Germania. Chiunque venga sorpreso in Germania oltre questo limite temporale, sarà espulso e non potrà fare ritorno nel paese per un determinato periodo.
Tra le varie proposte, c’è anche quella di restringere l’accesso ai sussidi e alle agevolazioni statali per i lavoratori freelance e i liberi professionisti, aumentando i controlli e ridefinendo le norme di accesso. Potrebbe essere invece definitivamente abbandonato il fondo di assistenza destinato ai nuovi nati, che oggi è assegnato automaticamente ai nuovi migranti in arrivo in Germania.
Lo stato federale, inoltre, sta valutando l’opportunità di istituire un fondo speciale per aiutare le città dove il fenomeno migratorio sarà più intenso, versando 200 milioni per i prossimi quattro anni. La lobby Deutscher Städtetag si è detta soddisfatta delle proposte: «È un bene che il governo stia prendendo il tema seriamente, più di un anno fa», ha commentato il presidente Ulrich Maly.
Le misure contenute nel rapporto della commissione rappresenterebbero un duro colpo alla libera circolazione nell’Unione Europea. Tuttavia, CSU e CDU hanno cercato di smorzare i toni, sottolineando l’importanza dell’UE e il valore dell’immigrazione tra stato e stato.
«Questo rapporto non deve essere inteso come un assalto alla libertà di movimento, che è uno dei diritti europei fondamentali», ha spiegato il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, al Financial Times. L’impressione però è che l’apertura delle frontiere a bulgari e romeni non vada giù alla Germania. L’europeismo tedesco ha due pesi e due misure?
[val.bas]