Nel Museo della Stasi alla scoperta della «piovra della DDR»
Lo storico Gianluca Falanga, a Berlino dal 2000, ci accompagna alla scoperta di alcuni dei luoghi-simbolo della città ai tempi della DDR. Il viaggio, cominciato con una visita virtuale al Memoriale di Hohenschönhausen, prosegue ora nello Stasimuseum Berlin, ovvero il Museo della Stasi, situato negli edifici che dal 1950 al 1989 ospitarono il quartier generale del Ministero Della Sicurezza di Stato.
Il museo contiene tantissimi materiali originali utilizzati dagli agenti della Stasi, tra cui futuribili oggetti impiegati per lo spionaggio e l’intercettazione ambientale, e permette di visitare l’ufficio originale di Erich Mielke, ricostruito nei minimi dettagli.
Il racconto di Falanga è accompagnato dagli scatti di Dario J. Laganà, fotografo professionista specializzato in architettura ed esplorazioni urbane. Il suo sito ufficiale è norte.it, il suo blog su Berlino è Elephant in Berlin.
Seconda tappa: Lo Stasimuseum
La mostra è fatta bene, ma c’è assoluto bisogno di una guida per averne un accesso pieno. Il luogo mostra un altro aspetto della Stasi rispetto al carcere, quello burocratico, l’alveare di uffici che si può osservare dal cortile è impressionante, la Stasi era una piovra e lì si vede, si sente.
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Per i corridoi del Haus 1, la sede di Mielke, il cuore del potere repressivo della DDR, si respira la normalità assurda di un organo che non aveva altra funzione che garantire il potere del partito comunista, con tutti i mezzi.
Il piano della suite di governo di Mielke, il capo della Stasi, è conservato nella sua condizione originale, molto interessante. Il luogo rivive però se si raccontano le storie, se la guida lo riempie di parole e di fatti, altrimenti è un luogo freddo e anonimo, ma grande, ingombrante, come lo era la Stasi nella piccola DDR.
Le mie visite guidate si concentrano sul tema dell’osservazione e del controllo occulto della popolazione: è un tema che appassiona molto, anche i più giovani, perché viviamo in un mondo con l’illusione della trasparenza ed è giusto riflettere su questi problemi.
Gli scandali recenti sul controllo delle email da parte del NSA americano hanno fatto tornare di attualità questioni che rimettono in gioco direttamente il tema della Stasi e le riflessioni dell’immediato post ’89 sulla riservatezza, sul diritto alla privacy, sui limiti del potere, poi ampiamente tralasciate.
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