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A Berlino le Pussy Riot annunciano: «Entriamo in politica»

© Sergey Kukota on Flickr / CC BY-ND 2.0
© Sergey Kukota on Flickr / CC BY-ND 2.0

Hanno scelto la Berlinale, perché il loro «grande annuncio» avesse più eco possibile: le Pussy Riot, a Berlino in occasione del Festival del Cinema, hanno annunciato il loro ingresso in politica.

Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alyokhina, le attiviste scarcerate nel dicembre del 2013, hanno spiegato che fonderanno un’associazione (il cui nome dovrebbe essere “Zona del diritto”) che avrà come scopo la liberazione dei prigionieri politici in Russa.

Lo faranno dall’interno, dalle aule della Duma, il parlamento di Mosca. Combatteranno «fino alla fine» senza «paura di dire la verità e di rompere il silenzio», hanno spiegato durante una conferenza stampa a margine dell’evento Cinema for Peace.

Dure parole sono state rivolte a Vladimir Putin: «Il suo è un regime debole, che non è in grado di riconoscere i suoi errori». Le due ragazze, rispondendo alle domande dei cronisti sulla loro scarcerazione, hanno spiegato: «Abbiamo due anni di carcere alle spalle. L’amnistia è solo un modo che Putin ha trovato per ripulire la sua immagine a livello internazionale».

Dalle Pussy Riot, dunque, non c’è intenzione di rallentare il moto della protesta, anzi. La nuova frontiera della lotta è la scarcerazione dei prigionieri politici, che in Russia sarebbero circa 863mila. «Di tutti loro, soltanto un migliaio gode dell’amnistia. Pochissimi».

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