Unknown Pleasures, a Berlino il meglio del cinema indie americano

Da “I used to be darker”
Da “I used to be darker”
Da “I used to be darker”

di Elisa Cuter

È iniziata il primo gennaio e continuerà fino al 15 al Babylon Kino di Rosa-Luxemburg Straße la rassegna “Unknown Pleasures”, dedicata al cinema indipendente americano. Una definizione che rischia di far pensare al cosiddetto Indiewood, attestatosi ormai come un genere codificato a tutti gli effetti e a detta di tanti ormai esaurito.

Il cinema che “Unknown Pleasure” vuole promuovere è invece qualcos’altro: un cinema che aspira ancora a dire qualcosa di nuovo e a porsi come u’alternativa reale (e non come una sua nicchia) al mainstream.

Trovano perciò spazio nel programma film che difficilmente verrano distribuiti nelle sale pur avendo riscosso grande successo nei festival europei. Ad esempio I used to be darker, lo scorso anno alla Berlinale, affresco delicato e malinconico della buona borghesia della provincia americana, che rimpiange le proprie velleità artistiche e la sua gioventù, o Short Term 12, dell’esordiente Dustin Cretton che ha commosso Locarno con la storia dell’elaborazione di un trauma necessaria al passaggio all’età adulta.

UP#6Il modo di raccontare storie personali ed emozioni private trova le vie più diverse, tanto che non manca neanche il documentario di Joanna Arnow, spiazzante nella propria esasperata autotrasparenza, I hate myself :) dedicato alla sua relazione con un aspirante stand up comedian.

Ma non ci si ferma al cosiddetto mumble-core: in programma anche documentari attesissimi e di grande spessore storico oltre che cinematografico, come At Berkeley di Frederick Wiseman, già presente alla Mostra del Cinema di Venezia, e dedicato all’omonima e leggendaria università californiana messa in ginocchio dalla crisi; Death Row 2 di Werner Herzog, che prosegue le sue interviste a criminali e serial killer in attesa dell’esecuzione, e infine Teenage di Matt Wolf, ispirato al saggio best-seller di Jon Savage L’invenzione dei giovani (pubblicato in Italia da Feltrinelli).

Infine, sebbene non manchino nomi di richiamo come il controverso The Canyons di Paul Schrader, o Nebraska di Alexander Payne, anche l’underground è ben rappresentato, ad esempio grazie al programma speciale su Travis Wilkerson, che promette di far conoscere anche ai tedeschi l’opera impegnata e originale dell’allievo di Thom Andersen.

Per info e proiezioni: unknownpleasures.de