Francoforte

Intervista con Giovanni dei Marta sui Tubi, parlando di Germania, musica e politica

I Marta sui Tubi
I Marta sui Tubi

Francofortedi Giuseppe Romano

Prima del concerto dei Marta sui Tubi, venerdì al Das Bett, abbiamo avuto modo di parlare con il cantante Giovanni sulle loro impressioni di questo viaggio in Germania, sulla comunità di Italiani che hanno incontrato, passando per la politica italiana e chiaramente di musica, creatività e della sua promozione ai tempi di internet.

Il concerto, per chi non fosse stato presente, è stato una esperienza intensa sia a livello musicale che umano. La band come sempre impeccabile e coinvolgente dal vivo, sia sul palco che alla fine del concerto, quando si sono intrattenuti con il pubblico di Francoforte. Una curiosità per la comunità italiana all’estero, la loro, che li ha portati a suonare qui e che hanno manifestato sia durante l’intervista che durante il concerto. Dal palco, strumenti alla mano, per più volte hanno spronato gli italiani della città ad andare avanti e a non mollare, palesando un’attenzione sociale che unita alla loro musica ha emozionato una delle serate più inconsuete per gli italiani della città sul Meno.

Francoforte vi ha accolto con una giornata di sole, siete fortunati.

Si strana questa cosa infatti, ma non vedo il sole da un po’. Milano nelle ultime settimane ha dato giornate veramente brutte.

Allora, sensazioni riguardando il vostro viaggio in Germania, proprio in questo momento in cui la Germania è vista come l’eldorado per i giovani senza lavoro in Italia?

Guarda eravamo molto curiosi di venire in Germania anche per questo motivo, per capire meglio le differenze e constatarle anche con i propri occhi. Abbiamo avuto modo ieri di conoscere tantissimi ragazzi italiani che vivono da qualche anno in Germania e ci hanno detto delle cose che se le racconti in Italia davvero sembrano fantascienza. Se hai un lavoro che non ti permette di arrivare alla fine del mese puoi andare al comune, o non so dove, e puoi chiedere un sussidio un’integrazione allo stipendio e loro te lo danno senza troppi problemi. In un periodo in cui in Italia ci sono tanti giovani che non trovano lavoro, non che lo hanno perso ma che non lo hanno mai avuto, dove i pensionati vivono con cinquecento euro al mese sembra veramente che qui ci sia un welfare che funzioni e magari si dovrebbe prendere spunto dalle cose che funzionano all’estero invece di aspettare gli apprendisti stregoni che trovino le soluzioni più creative in Italia.

Francoforte purtroppo non avete avuto tempo di visitarla. Berlino invece? Impressioni della città?

Berlino la conoscevo già, ci sono stato due anni fa da turista e mi ha fatto molto piacere tornarci. È sempre una città affascinante, molto bella, molto moderna e intelligente. La cosa che mi è piaciuta molto è che da qualunque punto ti trovi puoi andare dall’altra arte della città molto agevolmente con i mezzi. E come scena culturale? Su questo sono stato molto poco sinceramente per rendermene conto , abbiamo visto molti cartelloni di concerti, c’è un bel fermento.

Comunque una città dove si respira abbastanza la possibilità di fare, di creare.

Sì, siamo stati l’altra sera al SO36 a Kreuzberg e abbiamo visto che c’erano locandine di David Bowie, Iggy Pop che avevano suonato lì. Quello che manca in Italia è che ci sono locali dove si fa musica dal vivo, però sono locali che vengono prestati al rock, a Berlino ci sono locali che lo sono da sempre, che trasudano Rock da tutti gli angoli.

Dopo aver fatto Vagabond Home Una canzone in Inglese pensate di farne una anche in tedesco?

(ride) Non credo! guarda sarebbe interessante ma… l’inglese lo conosciamo perché siamo cresciuti con la musica inglese, di tedesco conosco solo Falko e i Kraftwerk, però è una lingua troppo lontana dalla nostra. Pensi sia difficile adattarla a livello musicale? No tutte le lingue si possono adattare dipende dagli autori, ma io non conosco molto, sinceramente non ho molta conoscenza della musica tedesca a parte appunto gli Scorpions e qualcun altro.

Fate ancora i secret concert (concerti a casa dei fan)?

No, non li facciamo più da un bel po’. Era una cosa per noi promozionale, era un’esigenza di fare più concerti. Abbiamo avuto un periodo in cui ne abbiamo fatti diversi, è stato carino perché se ne è parlato tanto. È stato interessante suonare a casa dei nostri fan con 50-100 persone. Poi molta gente ha preso iniziativa, si sono create tante piccole agenzie che hanno continuato questo tipo di eventi. Molti li chiamano secret concert anche se è un nostro marchio registrato ma chi se ne frega!

A proposito di promozione musicale, ho letto che avete creato un sito di Crowdfunding (musicraiser), come va?

Questa è una cosa mia, non c’entrano i Marta. Una cosa personale che ho fatto con la mia ragazza. Va bene, siamo on-line da 14 mesi abbiamo distribuito quasi 800.000 euro di fondi, abbiamo finanziato più di duecento band italiane, ma anche straniere, qualcuna anche tedesca. Stiamo crescendo e siamo molto contenti, c’è tanto lavoro. Era una cosa che in Italia mancava e difatti abbiamo avuto diversi riconoscimenti, tanti artisti conosciuti si sono avvicinati a noi, hanno fatto campagne, direi che è uno strumento che serve in Italia in questo periodo dove soldi ne girano pochi soprattutto nella musica.

E sempre parlando di internet, come la vivete la vostra comunicazione sui social?

Abbiamo una pagina fan che galoppa siamo 85.000 fan e da li comunichiamo. Abbiamo una persona molto vicina alla band che ci segue da vicino e si occupa lui di questo. Quando c’è una band è meglio che sia una persona estranea a occuparsene perché se ci mettiamo tutti quanti a dire la nostra succede un gran casino.

Però guardate ogni tanto i commenti, gli hater?

Si chiaro rispondiamo con la nostra faccia nei commenti.

Ti parlo di politica perché questo si ripercuote in quello che in questi giorni state vedendo, centinaia e centinaia di giovani che sono scappati dall’Italia a causa di un malgoverno. Avete suonato per il Woodstock del movimento 5 Stelle, lo fareste ancora?

Abbiamo fatto anche tante di Feste dell’Unità con il PD. Per noi era una occasione per condividere alcune cose, allora il movimento era proprio agli inizi, c’era molta curiosità, molto fermento. Abbiamo suonato in questo palco dove tutto era gratuito. Si è parlato di musica, di sociale, di politica, ci è sembrata un esperienza molto interessante. Poi mi è dispiaciuto sinceramente quando il movimento 5 Stelle ha preso tanti voti e non è riuscito o non ha voluto trovare un intesa con il PD, sarebbe stato un occasione per mettere nel cassetto la destra e gettare la chiave. Una cosa che personalmente non ho capito; però penso che sia un movimento sano, quindi perché no? abbiamo suonato per SEL, il PD e per altre formazioni politiche chiaramente non di destra. Non apparteniamo a nessun partito ma nessuno di noi vota a destra.

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Quali sono i vostri buoni propositi di inizio anno?

Io dovrei fumare un po’ di meno probabilmente (ride)! A livello di band stiamo lavorando, abbiamo già due pezzi nuovi molto carini e penso che uscirà qualcosa in primavera. Poi l’estate in tour e a inizio 2015 fine 2014, dipende come vanno le cose, speriamo di uscire con un nuovo disco di inediti. L’anno appena trascorso è stato segnato dal nuovo disco e dalla formazione a cinque.

Come siete riusciti a integrare i nuovi membri con lo stile precedente che vi contraddistingueva del trio?

Io penso che lo stile sia rimasto lo stesso ma l’arrangiamento è cambiato. Il modo di scrivere la musica, le parole, è inalterato. Abbiamo fatto un

percorso inverso a tante band che magari iniziano con una formazione e via via sostituiscono gli elementi, noi abbiamo iniziato in due e ogni disco abbiamo inserito un nuovo elemento, ma con il tempo di conoscere le persone prima di inserirle nella band essendo sicuri che, sia dal punto di vista umano, che da quello musicale, la convivenza poteva essere proficua. Se hai una band formata da cinque persone questa deve valere cinque volte un solista quindi ognuno deve dare il massimo. Ognuno ha portato creatività idee e soluzioni.

Non so se hai visto questa serie di video virali su internet #COGLIONENO, in cui si affronta il tema della creatività e della sua retribuzione, un mondo molto ampio in questo periodo dove tutti vogliono fare i creativi, ma non aperto a tutti, dato il numero la concorrenza è spietata. Se la creatura Marta sui tubi non fosse esistita, cosa avresti fatto tu in questo momento?

Giovanni Giulino
Giovanni Giulino durante il soundcheck
Foto © Giuseppe Romano / Il Mitte

Io ho fatto per quindici anni il manager in una compagnia di assicurazioni, avrei creato un’azienda mia come sto facendo con musicraiser. Mi piace considerare la musica come la parte fondamentale della mia vita, ma non credo che sia l’unica. Quando hai a che fare con qualcosa di così delicato come scrivere canzoni ti devi sentire ispirato e non perché devi farlo, perché se entri in questo loop qua fai merda, quindi è anche necessario avere altre cose da fare, così che la musica diventi uno sfogo per quando sei carico e non un dovere quotidiano. Altrimenti significherebbe spremere un limone che è stato spremuto troppo. Tornando al discorso dei freelance la chiave sta nello specializzarsi in qualcosa di particolare e cercare la propria strada. Oggi tutti quanti sono social media manager ma se ne può fare anche a meno. Ognuno dovrebbe scegliersi una nicchia di mercato dove la concorrenza non è così grande. È giusto ribellarsi alle condizioni di mercato e contro chi ti sfrutta però noto anche un po’ di pigrizia diciamo.

Dalla vi aveva considerato come la migliore band italiana dal vivo.

Bontà sua!

In questo senso tutti caricano la propria musica su sound cloud dalla propria cameretta però vedo poco coraggio di mettersi in mostra dal vivo.

Io canto da quando ero ragazzino e i primi soldi ho iniziato a guadagnarli con la musica cinque anni fa per cui ci ho smenato un sacco di soldi, ci abbiamo messo la faccia ma soprattutto la musica deve essere fatta per passione. Non per forza con la musica puoi mantenerti, puoi farlo come una missione. Se pensi che puoi dare qualcosa in più al dio della musica allora scrivi, altrimenti fai qualcos’altro. Molti ragazzi sanno suonare uno strumento allora si sentono in diritto di fare musica, tour e dischi, non è così. Devi esprimere qualcosa di veramente originale, devi fare la differenza e molto spesso questo spirito di autocritica ai ragazzi manca.

C’è qualche nuovo gruppo italiano che vorresti consigliare, che ascolti?

Ho la fortuna di essere amico con i musicisti che mi piacciono di più in Italia per cui posso consigliarti tantissime band.. Di Martino, Gnut, El Karmaso, Underdog. Ti parlo di quelli che magari non si conoscono tanto. Uscirà tra poco un disco di questo ragazzo che si chiama Massaroni Pianoforti: secondo me se ne sentirà parlare tanto.

Ultima domanda, siete arrivati già al quinto disco e vedo che la voglia di fare non vi manca. Avete intenzione tra molti anni, come gli Alunni del sole, di andare invitati al festival della porchetta di Broccostella Caropepe?

Noi li abbiamo sempre fatti, poi speriamo di non essere a fine carriera, vorrei fare almeno una ventina di album prima di morire.

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